A Bologna si è giocata la Coppa Italia di Quidditch, lo sport (non ancora riconosciuto) ispirato dalla saga di J. K. Rowling. Fra le mille peculiarità c’è anche la cosiddetta "gender rule". “Una regola che non permette di inserire all’interno del campo più di quattro persone dello stesso genere -spiega Giulia del team bolognese-. In questo modo tutte le persone possono avere il loro spazio e la cosa veramente figa è che va anche oltre la binarità. Chiunque può giocare anche come persona non binary, agender, bisgender". Possibile inoltre la carriera alias. “Non è solamente per nerd -assicura sempre Giulia-. All’estero è già molto conosciuto e praticato: in Germania ci sono una quarantina di squadre e negli Stati Uniti danno anche borse di studio nei college per il Quidditch. In Italia al momento non c’è questo riconoscimento, ma tecnicamente rientriamo sotto la pallamano, anche se in realtà è uno sport che unisce elementi anche del rugby, ad esempio”. Si gioca coi paradenti, esistono i cartellini, numerosi appuntamenti anche internazionali (sia per club che rappresentative, Italia compresa) e, pur senza scope volanti, in campo si fa davvero sul serio.
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