Dopo 74 anni di servizio cala il sipario, per ora, sulla nostra compagnia aerea di bandiera. Eletta nel 2020 la aerolinea più puntuale d’Europa. La storia dell’Alitalia è fatta di eccellenza italiana ma anche di enormi difficoltà economiche che sono state arginate, a più riprese, con l’impiego di un totale di 13 miliardi di denaro pubblico. Quando fu fondata, nel 1946, il suo nome era Alitalia-Aerolinee Italiane Internazionali. Nacque come simbolo della rinascita del dopoguerra, con lo Stato a detenere il 60% della società tramite l’Iri, l’istituto per la ricostruzione industriale. Alitalia puntò, fin dagli esordi, sulla qualità dei suoi servizi, dal design degli interni al cibo servito a bordo, che non a caso è stato premiato come migliore nel suo campo dalla rivista “Global Traveler USA”. Se da un lato questo la rese prestigiosa, dall’altro lato contribuì a provocarne il tracollo. Negli anni ’60 Alitalia aveva il monopolio dei cieli italiani e i suoi dipendenti alloggiavano in hotel di lusso, ma con la liberalizzazione del trasporto aereo, e la comparsa di compagnie aeree private essere competitivi divenne inconciliabile con le spese eccessive sostenute fino a quel momento. Con 7356 persone che hanno perso il loro posto di lavoro, oggi, nell’era della crisi globale causata dalla Covid-19, si mette un punto o forse si chiude solo un capitolo.
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