ROMA (ITALPRESS) – “In questo momento abbiamo una crisi energetica senza precedenti e una crisi pandemica ancora in atto”, oltre a “una crisi climatica” e “una crisi bellica non da poco”. Ci sono “sicuramente in atto dei cambiamenti, le aziende stanno cercando di riorganizzare il mondo del lavoro: per noi è fondamentale avere un governo, è fondamentale prendere decisioni” anche “alle porte di un Pnrr, che può essere per noi la soluzione importante per dare delle risposte sul lavoro”. Lo ha detto Stefano Cuzzilla, presidente della Confederazione italiana dirigenti e alta professionalità (Cida), intervistato dall’Agenzia Italpress. “Non siamo in una situazione estremamente positiva: abbiamo 6 milioni di persone in stato di povertà, 3 milioni di giovani ‘neet’ (cioè quelli che non lavorano e non studiano) e non abbiamo nemmeno il massimo impiego delle donne nel mondo del lavoro”, spiega.
“Chiaramente ci attendiamo la messa a terra” del Pnrr e “lo ribadiremo il 15, durante la nostra assemblea all’Auditorium Parco della Musica di Roma, alla presenza delle istituzioni. Stiamo lavorando per preparare un dossier” che evidenzi “in maniera a scientifica le soluzioni da consegnare al governo e speriamo” di consegnarlo “al primo incontro che avremo: su questo siamo abbastanza fiduciosi, visto che il premier ha detto in uno dei primi discorsi che darà spazio alla rappresentanza. Per noi, questo è fondamentale, perchè negli ultimi anni non è stato dato tanto spazio alla rappresentanza”, che invece oggi “può fare un lavoro molto importante”.
Tra i vari dossier a cui sta lavorando la CIDA c’è sicuramente quello sul clima. “Serve una strategia sull’emergenza climatica, che per un Paese significa guardare al futuro, non mettere delle ‘pezzè altrimenti ci troveremo sempre in grande difficoltà. Siamo sicuramente d’accordo sul rigassificatore di Piombino, ma non possiamo ragionare sempre per l’emergenza: dobbiamo seguire una strategia precisa, se vogliamo rimanere un paese competitivo e non rischiare di essere a traino degli altri”.
Per la sanità, invece, è necessaria “una sinergia tra pubblico e privato, bisogna dare spazio alla sanità integrativa” e “allargare anche questo strumento al pubblico”, restituendo un “valore importante anche ai medici”, che “devono essere protagonisti di questo cambiamento”. Bisogna “dare uno spazio importante alla digitalizzazione della sanità”, sottolinea. “Dobbiamo sicuramente dire la nostra su questo tema, al fianco dei medici che hanno pagato e stanno ancora pagando un presso molto alto, di cui qualcuno forse non si è reso conto: dovremmo cosiderarlo nel rinnovo dei contratti di lavoro” e nell’ambito di una “progettazione della sanità futura”.
Un risultato “si può ottenere lavorando insieme, senza essere in competizione tra pubblico e privato. Intanto anche sul pubblico stiamo avanzando delle proposte: per esempio, siamo contrari al tetto degli stipendi”, ribadisce. Poi “una sinergia tra pubblico e privato” può portare a “un mix di competenze ed esperienze nei settori più importanti”, in un momento di “grande cambiamento”. Anche la richiesta dei manager “è aumentata in questo periodo”, a causa dei cambiamenti in azienda, della necessità di riprogrammare il lavoro, lo smart working, il welfare. Parlandosi di più, pubblico e privato possono trovare la sinergia migliore per portare il Paese ad essere efficiente ed abbattere una burocrazia pesante”.
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