ROMA (ITALPRESS) – “Per la prima volta abbiamo un presidente del Consiglio che disegna un orizzonte di 10 anni con un discorso serio, di alto livello. Ha fatto un atto di coraggio, serietà e lungimiranza, senza pensare se sarà rieletta, ma pensando a fare le cose giuste per il Paese anche se all’inizio forse non tutte saranno comprese”. Lo dice in un’intervista al “Corriere della Sera” Guido Crosetto, ministro della Difesa e fondatore di Fratelli d’Italia nel giorno in cui il Governo guidato da Giorgia Meloni, dopo aver incassato la fiducia alla Camera, si appresta a fare altrettanto al Senato. Alle 13 di oggi, il premier si
presenterà a Palazzo Madama per ottenere il via libera definitivo da parte del Parlamento al suo Esecutivo. C’è più continuità o discontinuità rispetto al governo di Mario Draghi? “Questa gara io non l’ho mai capita – replica Crosetto -. Non dobbiamo necessariamente bloccare tutte le cose che Draghi ha fatto. Quelle buone devono essere portate avanti e quelle che non sono state condivise possono essere lasciate cadere”.
Giuseppe Conte ha già dichiarato che non voterà il prossimo invio di armi all’Ucraina. “Sarà un problema, sì, nel senso che su temi così importanti sarebbe meglio avere il Parlamento unito – replica il neoministro -. Conte dovrà spiegare perchè ha deciso di assumere una posizione diversa, visto che il M5S l’invio di armi lo ha votato”. Quello di investire il 2% del Pil per le spese militari “è un impegno che ha preso lo Stato italiano e che la maggioranza uscente, compreso Conte, aveva definito con una tempistica che dura cinque anni. Quindi non ci sarà una riduzione di quell’impegno e comunque vedremo cosa consentirà il quadro di finanza pubblica”.
presenterà a Palazzo Madama per ottenere il via libera definitivo da parte del Parlamento al suo Esecutivo. C’è più continuità o discontinuità rispetto al governo di Mario Draghi? “Questa gara io non l’ho mai capita – replica Crosetto -. Non dobbiamo necessariamente bloccare tutte le cose che Draghi ha fatto. Quelle buone devono essere portate avanti e quelle che non sono state condivise possono essere lasciate cadere”.
Giuseppe Conte ha già dichiarato che non voterà il prossimo invio di armi all’Ucraina. “Sarà un problema, sì, nel senso che su temi così importanti sarebbe meglio avere il Parlamento unito – replica il neoministro -. Conte dovrà spiegare perchè ha deciso di assumere una posizione diversa, visto che il M5S l’invio di armi lo ha votato”. Quello di investire il 2% del Pil per le spese militari “è un impegno che ha preso lo Stato italiano e che la maggioranza uscente, compreso Conte, aveva definito con una tempistica che dura cinque anni. Quindi non ci sarà una riduzione di quell’impegno e comunque vedremo cosa consentirà il quadro di finanza pubblica”.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).