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“Crisi dei prezzi non era inattesa, ora costruire nuova energia”

Bologna, 30 nov. (askanews) – Perché i prezzi dell’energia sono saliti? È stato un evento davvero imprevedibile? La spinta green è fondata da elementi di realtà o è accompagnata anche da una visione ideologica? Questa situazione che impatto creerà alla liberalizzazione dei mercati energetici? Sono alcune delle domande da cui ha preso il via "Transizione (non solo) ecologica: c’è un nuovo mondo dell’energia da costruire", il convegno organizzato nella sede bolognese di Illumia. Un incontro a cui ha preso parte il direttore della divisione Energia dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, Massimo Ricci.

La crisi energetica a cui stiamo assistendo – secondo il docente dell’università di Bologna ed ex ministro Alberto Clò – è "tutt’altro che inattesa" e "ha fatto emergere una serie di questioni che la retorica della transizione energetica ha cancellato" dal dibattito pubblico.

"Quando i prezzi del gas e dell’elettricità salgono in poco più di un anno di 10 o 20 volte te ne accorgi prima dello tsunami che ti sta colpendo. E questo si è tradotto in aumento delle nostre bollette nel secondo semestre del 60% per l’elettricità e del 45% per il gas che il governo ha lenito impiegando 4,7 miliardi per contenere questo aumento che comunque resta molto elevato e le cose temo che peggioreranno all’inizio del prossimo anno".

Le ragioni sono da ricercare in uno squilibrio tra la domanda di energia – che è superiore rispetto a quella che ci si aspetta a causa della rapida ripresa dell’attività economica – e l’offerta che è inadeguata anche a causa di insufficienti investimenti nello sviluppo di nuove risorse di gas. Lo ricorda Carlo Stagnaro, senior fellow dell’Istituto Bruno Leoni.

"Poiché l’origine della crisi sta nel fatto che non c’è abbastanza gas e a cascata non c’è abbastanza produzione di energia elettrica per star dietro a quanto viene richiesto, dovremo rassegnarci a convivere con questa situazione ancora per un periodo non brevissimo. Magari non con prezzi ai livelli incredibilmente alti che stiamo vivendo adesso, ma è certamente improbabile poter tornare ai livelli di prezzi a cui ci siamo abituati negli ultimi due anni che peraltro hanno visto prezzi molto bassi perché la domanda era molto bassa a causa del Covid".

Alla tavola rotonda promossa da Illumia hanno preso parte anche i referenti di Codacons e dell’Unione nazionale dei consumatori e i rappresentanti della Lega, del Pd, di Fratelli d’Italia, di Italia viva e di Forza Italia. E durante il dibattito sono state interpellate le imprese che operano nel settore energetico.

"Le imprese devono tornare ad analizzare e a studiare i mercati nel breve e nel lungo termine, non si può dare per scontato che i mercati muovano nella direzione desiderata".

Un impegno raccolto da Illumia, come riferisce il presidente Marco Bernardi.

"È chiaro che in un mercato in cui il prezzo dell’energia elettrica e del gas aumenta è più difficile fare clienti, ma allo stesso tempo si possono cogliere delle opportunità: se il mercato continua a crescere la possibilità di bloccare prezzi per quanto a livelli piuttosto alti può dare dei vantaggi e dei risparmi in un’ottica di crescita costante dei prezzi che tutto sommato è quello che ci immaginiamo".

Una dinamica che può riguardare le aziende del mercato libero, a volte accusate in passato di offrire energia a prezzi più alti rispetto al mercato tutelato.

"Quello che accade oggi – dice Bernardi – è in realtà il fenomeno opposto: avendo bloccato dei prezzi alla fine del 2020, oggi i nostri clienti si trovano a pagare un prezzo dell’energia estremamente più basso di quello che invece pagano quelli rimasti nel mercato di maggior tutela che è strettamente legato ai mercati all’ingrosso".

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