ROMA (ITALPRESS) – “Le regole per l’accesso al credito bancario previste dagli accordi di Basilea penalizzano gli agricoltori e devono essere modificate alla luce della specificità dell’attività agricola”. E’ questo in sostanza l’appello emerso durante la prima edizione del Forum sul credito in Agricoltura “Gli accordi di Basilea: l’urgenza di cambiare” promosso e organizzato dal Consorzio Vino Chianti in collaborazione con Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare, Cia, Coldiretti e Confagricoltura. L’evento, che si è svolto nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati a Roma ed è stato moderato da Gianluca Semprini di RaiNews 24, è servito a fare il punto sull’applicazione degli accordi di Basilea con numerosi esponenti del mondo politico e del settore agricolo.
Secondo gli accordi di Basilea, le aziende agricole possono accedere al credito bancario secondo le stesse regole che valgono per tutti gli altri settori. “Questo però le penalizza notevolmente perchè la loro attività, per sua natura, è molto diversa da tutte le altre – sottolineano i promotori del Forum -. Il sistema agricolo deve sottostare ai ritmi della natura, quindi i cicli produttivi e di vendita sono molto più lenti di qualsiasi altra attività: oggi, con gli attuali accordi di Basilea, gli agricoltori sono penalizzati quando vanno a chiedere credito alle banche”.
Oltre che per l’agricoltore, questa situazione – è stato spiegato durante il Forum – è lesiva anche del sistema creditizio.
“Se una banca mi presta 10 mila euro per fare un vigneto chiedendo il rimborso dopo tre anni – è l’esempio portato dagli organizzatori – io agricoltore sono in difficoltà perchè la mia prima bottiglia di vino prodotta da quel vigneto la venderò tra almeno cinque anni. E questa situazione va a penalizzare non solo l’agricoltore che non sa come rimborsare il credito, ma anche il sistema bancario che non avrà indietro i soldi nei tempi richiesti. I nostri cicli produttivi sono molto lunghi e quindi le regole, che dobbiamo e vogliamo rispettare, devono essere adeguate a questo contesto”.
La possibilità di avere accesso al credito è ora più che mai cruciale per le aziende vitivinicole. Nel post pandemia, con il rialzo dell’inflazione e l’aumento del costo delle materie prime è fondamentale avere regole chiare ed appropriate per accedere ai fondi e centrare la ripresa economica.
Per questo motivo, durante il Forum è emersa la richiesta che l’agricoltura abbia un sistema di regole bancarie completamente diverso dagli altri settori: non perchè voglia essere privilegiata, ma perchè il ciclo di vita delle piante è diverso da qualsiasi altra produzione.
“O cambiamo le regole per gli agricoltori – è la conclusione dei promotori – o teniamo il settore al di fuori degli accordi di Basilea. Ma una soluzione al problema è necessaria e non rinviabile”.
“Questo deve essere un tavolo di lavoro – ha detto Giovanni Busi,
presidente del Consorzio Vino Chianti -, quello dell’accesso al
credito è un problema che attanaglia le aziende agricole. Credo sia giusto che il nostro consorzio fornisca supporto al mondo dell’agricoltura. In questi ultimi anni, almeno in Toscana, tra siccità, grandinate e gelate primaverili non ci siamo fatti mancare niente, e tutto questo si riflette sul credito, ci sono aziende che non riescono ad accedere al credito”.
Secondo gli accordi di Basilea, le aziende agricole possono accedere al credito bancario secondo le stesse regole che valgono per tutti gli altri settori. “Questo però le penalizza notevolmente perchè la loro attività, per sua natura, è molto diversa da tutte le altre – sottolineano i promotori del Forum -. Il sistema agricolo deve sottostare ai ritmi della natura, quindi i cicli produttivi e di vendita sono molto più lenti di qualsiasi altra attività: oggi, con gli attuali accordi di Basilea, gli agricoltori sono penalizzati quando vanno a chiedere credito alle banche”.
Oltre che per l’agricoltore, questa situazione – è stato spiegato durante il Forum – è lesiva anche del sistema creditizio.
“Se una banca mi presta 10 mila euro per fare un vigneto chiedendo il rimborso dopo tre anni – è l’esempio portato dagli organizzatori – io agricoltore sono in difficoltà perchè la mia prima bottiglia di vino prodotta da quel vigneto la venderò tra almeno cinque anni. E questa situazione va a penalizzare non solo l’agricoltore che non sa come rimborsare il credito, ma anche il sistema bancario che non avrà indietro i soldi nei tempi richiesti. I nostri cicli produttivi sono molto lunghi e quindi le regole, che dobbiamo e vogliamo rispettare, devono essere adeguate a questo contesto”.
La possibilità di avere accesso al credito è ora più che mai cruciale per le aziende vitivinicole. Nel post pandemia, con il rialzo dell’inflazione e l’aumento del costo delle materie prime è fondamentale avere regole chiare ed appropriate per accedere ai fondi e centrare la ripresa economica.
Per questo motivo, durante il Forum è emersa la richiesta che l’agricoltura abbia un sistema di regole bancarie completamente diverso dagli altri settori: non perchè voglia essere privilegiata, ma perchè il ciclo di vita delle piante è diverso da qualsiasi altra produzione.
“O cambiamo le regole per gli agricoltori – è la conclusione dei promotori – o teniamo il settore al di fuori degli accordi di Basilea. Ma una soluzione al problema è necessaria e non rinviabile”.
“Questo deve essere un tavolo di lavoro – ha detto Giovanni Busi,
presidente del Consorzio Vino Chianti -, quello dell’accesso al
credito è un problema che attanaglia le aziende agricole. Credo sia giusto che il nostro consorzio fornisca supporto al mondo dell’agricoltura. In questi ultimi anni, almeno in Toscana, tra siccità, grandinate e gelate primaverili non ci siamo fatti mancare niente, e tutto questo si riflette sul credito, ci sono aziende che non riescono ad accedere al credito”.
– foto ufficio stampa Consorzio Vino Chianti –
(ITALPRESS).