Roma, 5 lug. (askanews) – Con i contagi di Covid-19 in aumento, e l’incremento dei posti letto negli ospedali, si parla da giorni dell’antivirale Paxlovid (di Pfizer) nella cura domiciliare del Covid-19 per alcune tipologie di pazienti fragili. Un’arma in più che in base agli studi è efficace, ma poco usata: su seicentomila dosi in magazzino, al 7 giugno ne erano state usate meno di sedicimila.
Per Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, dopo un inizio "faticoso", il trend dell’uso del Paxlovid è però in crescita. "Se andiamo dal report 11 al 12, quello uscito a maggio e inizio giugno, al 13 di fine giugno, c’è un aumento dell’uso del Paxlovid nell’ultimo report come prescrizione da parte della medicina generale aumentata tra inizio a fine giugno di 1.812 terapie. Quindi circa l’82% in più".
Ma perché per tanti pazienti è ancora difficile arrivare al farmaco? "Un inizio stentato anche perché la medicina generale si è dovuta e si deve ancora interfacciare con le realtà regionali e la disponibilità presso le farmacie e così via; la macchina all’avvio non è stata alla stessa velocità in tutta Italia, alcune regioni rispondevano bene, altre non iniziavano proprio, ora però la macchina è in moto e si tratta di fare un’azione di formazione verso il medico di medicina generale affinché approcci a questa terapia ma con l’attenzione che la medicina generale vuole dare: precocità e certezza della diagnosi".
Marrocco sottolinea come il farmaco vada trattato con attenzione: devono essere valutati il paziente e la sua storia clinica, ne deve essere accertata la positività e spesso i tamponi fai da te creano confusione, bisogna verificare se vengono assunti farmaci o prodotti erboristici che potrebbero creare interazioni negative e bisogna procedere comunque entro i primi cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, preparando poi un piano terapeutico.
La Federazione si sta organizzando per assicurare maggior formazione a distanza per la prescrizione degli antivirali. Ma i medici di famiglia, da quando c’è la pandemia, e soprattutto da quando il Covid ha ripreso a circolare di più, sono oberati dalle pratiche burocratiche. "Nelle ultime settimane è aumentato enormemente il tempo della giornata dedicato alla pratica burocratica e questo sottrae tempo alla gestione clinica dei pazienti; ma che il medico abbia chiaro che la pandemia va gestita domiciliarmente e che gli strumenti individuati anche nel Plaxovid sono a favore di questo, è chiaro".
Sperando che il trend continui, visto che altre terapie come i monoclonali: "Sono abbastanza armi spuntate".