Covid, in piazza per terapie domiciliari: essere curati è diritto

di solobuonumore

Covid, in piazza per terapie domiciliari: essere curati è diritto

Roma, 6 mag. (askanews) – La politica non deve fermare le cure. Questo lo slogan della manifestazione pacifica che si terrà l’8 maggio a Roma alle 14.30 a piazza del Popolo: la "Conferenza Nazionale per le terapie domiciliari Covid-19", organizzata dal Comitato Cura domiciliare Covid-19 presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi, fondatore di un gruppo Facebook con oltre 66mila iscritti e a cui ogni giorno si rivolgono migliaia di persone che contraggono il virus per farsi curare a casa.

In attesa di vaccinare a tappeto, sulle cure a casa c’è una lunga vicenda politica, spiega l’avvocato,settimane di incontri con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri con l’impegno di far partecipare i medici del comitato ad un tavolo di confronto per la revisione dei protocolli di cura domiciliare.

Grimaldi vanta l’esempio di chi ha curato sul territorio, con successo. Il Senato l’8 aprile ha approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad attivarsi per un protocollo nazionale che tenesse conto delle esperienze dei medici sul campo.

Parere contrario invece dal Consiglio di Stato che accogliendo un ricorso del Ministero della Salute e dell’Aifa, ha confermato il principio della vigile attesa e del solo uso del paracetamolo.

Inoltre, racconta Grimaldi, il ministro della Salute Roberto Speranza, ha dato incarico al Dipartimento di prevenzione di creare un gruppo di lavoro per redigere le nuove linee guida senza coinvolgere i medici sul campo (e di cui era pronta una bozza già il 30 marzo; licenziate poi dopo l’esito del Consiglio di Stato e quando il Senato aveva già votato).

Erich Grimaldi: "Alla fine noi siamo stati esclusi e ci troviamo linee guida ancora più penalizzanti perché escludono antibiotici, cortisone, lasciano eparina solo agli allettati, trasformano il medico in un videoterminalista che deve monitorare da lontano il paziente e fargli fare ginnastica come se uno con il Covid fosse in grado, quindi chi le ha redatte non ha mai visto un paziente a domicilio e in un momento in cui i medici vaccinati dovrebbero essere invitati ad andare a casa del paziente. Il medico di famiglia anziché essere sburocratizzato gli si danno delle linee guida vincolanti, che dicono di aspettare in vigilante attesa e poi se il paziente peggiora si chiama il 118, non penso sia l approccio per far stare sereni i cittadini".

In piazza, dunque, per chiedere un incontro a Speranza: "Riporteremo il nostro gruppo Fb in piazza, dai camici bianchi ai pazienti guariti con la terapia domiciliare precoce, i cittadini avranno la maglia con scritto ‘Io sono stato curato con la terapia domiciliare precoce e altri con "io voglio essere curato con la terapia domiciliare precoce’, ci saranno i moderatori che hanno messo in contatto pazienti con i medici, ci saranno testimonianze e si raccoglieranno firme per una petizione a Speranza in cui si chiede o di adottare anche i nostri protocolli di terapia domiciliare o di coinvolgere anche i medici del nostro consiglio scientifico, così come stava facendo Sileri, nella revisione dei protocolli di cura".

"La politica non può decidere le cure degli italiani, io per questo ho creato anche un altra associazione, ‘Unione per le cure i diritti e le libertà’: in un momento di emergenza si deve avere la libertà di essere curati nel modo più opportuno, non possiamo avere i cittadini vincolati dalle linee guida, che chiedono al medico di usare farmaci con cui magari si sono curati loro amici e parenti e il medico dice di no perché le linee guida dicono di stare in vigilante attesa e dopo 5 giorni il paziente si ritrova al 118".

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