"Siamo tutti laureati con 107 e l’età media è di 35 anni. Ho fatto un dottorato e sono stato precario in università per tanti anni. Provo rabbia quando ci dicono che siamo degli scappati di casa". Antonio è uno dei 2.700 navigator che rischiano di rimanere senza lavoro qualora non venisse prorogato il contratto in scadenza il prossimo 30 aprile. "Il rinnovo ci deve essere come riconoscimento del nostro lavoro e non perché – continua col megafono in mano davanti ai suoi colleghi sotto la prefettura di Milano – è difficile politicamente lasciare a casa 2.700 persone". Dovevano essere parte integrante delle politiche attive del lavoro all’interno del reddito di cittadinanza, ma oggi sono loro a vedere a rischio la loro occupazione: "Il nostro è un lavoro di medio-lungo periodo perché – racconta il navigator Paolo da Brescia – le persone che dobbiamo assistere sono difficilmente collocabili sul mercato del lavoro. Lasciarci a casa adesso sarebbe un grave danno per il sistema paese". .Servizio di Andrea Lattanzi