Napoli, 17 dic. (askanews) – La pandemia ha provocato un rallentamento anche nella vendita di bionde, ma le organizzazioni che gestiscono il fenomeno illecito si stanno già attivando per trovare nuove modalità di vendita e di confezionameto per poter continuare a guadagnare dal commercio illegale. A spiegarlo, ad Askanews, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Napoli, generale di Brigata Gabriele Failla. "Il fenomeno, con il lockdown, ha subito una flessione, come tutti i settori dell’economia lecita e non, ma non si è fermato, anzi, negli ultimi mesi si stanno organizzando per avere nuove forme di produzione e di distribuzione del tabacco lavorato estero di contrabbando oppure delle cheap white, sigarette di qualità più scadente, ancora più pericolose per la salute", ha detto il generale evidenziando nuove insidie.
"E’ aumentata sensibilmente la vendita on line e su canali internet che non sono facilmente accessibili, una conseguenza delle limitazioni alla circolazione delle sigarette che, soprattutto a Napoli, fino a un anno e mezzo fa avveniva con metodi tradizionali ossia la vendita quartiere per quartiere da parte di piccoli dettaglianti. Adesso – ha proseguito – c’è la vendita più anonima che è favorita anche dalla diffusione del deep web che consente di fare acquisti illegali di qualunque genere, compreso le sigarette di contrabbando".
Nel corso del primo lockdown, ha ricordato Failla, "è stata riscontrata la vendita porta a porta: chi ha venduto sigarette di contrabbando si è spostato prontamente dalle piazze alle case andando incontro al consumatore. Adesso, però, non è più necessario perché non ci sono le limitazioni assolute che hanno caratterizzato quel primo periodo". Le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico stanno, però, industriandosi per trovare nuove strategie che possano evitare sequestri e arresti in flagranza di reato. "Per quanto riguarda il prodotto semi-lavorato, o meglio ancora la materia prima, la normativa italiana non pone limiti al tracciamento al tabacco che può circolare quasi liberamente, mentre il prodotto finito, cioè le sigarette, sono tracciabili. Il fatto di poter concentrare grossi quantitativi di tabacco non ancora lavorato in determinati opifici consente ai gruppi criminali più organizzati di ridurre tantissimo il rischio di subire sequestri di sigarette lungo i percorsi perché non si fanno più grossi viaggi con tir o via nave o via aereo dove spesso intervenivamo con sequestri. Produrre dentro fabbriche clandestine sta diventando, per loro, il modo apparentemente meno rischioso per evitare sequestri a meno che non arriviamo noi che sequestriamo le fabbriche intere", ha concluso il comandante Failla.
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