ROMA (ITALPRESS) – Il rapporto annuale pubblicato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) ha sollevato importanti riflessioni sul panorama salariale italiano, evidenziando un aumento dell’1% dei salari dei lavoratori italiani dal 1991 a oggi, secondo quanto rileva una nota di Confintesa. Questo incremento appare nettamente inferiore rispetto alla media europea, attestata al 32% secondo i dati dell’OCSE.
“L’analisi condotta dall’INAPP – ha affermato il Segretario Generale di Confintesa Francesco Prudenzano – ha criticato il sistema contrattuale italiano, indicando una sua incapacità nel garantire un adeguato allineamento dei salari all’aumento del costo della vita nel corso degli anni confermando come la denuncia dell’INAPP confermi le preoccupazioni da tempo sollevate da Confintesa che ha a lungo denunciato la sclerotizzazione del sistema contrattuale, carente di dinamicità, pluralismo e naturale ricambio delle proposte contrattuali, con ambiti chiusi di esclusività di fatto che non rispecchiano le evoluzioni verificatesi nel panorama della rappresentanza sindacale nel corso degli anni.
La soluzione – continua Prudenzano – non risiede nella proposta presentata da alcune forze politiche, perchè non riguardava solo il cd “salario minimo”, ma uno scavalcamento dei principi costituzionali dell’art. 39. Occorre invece dinamicizzare il sistema, creando un nuovo modello di relazioni industriali, fondato sulla libera contrattazione, basata su alcune regole comuni.
L’Italia – aggiunge Prudenzano – nonostante abbia sperimentato un aumento della produttività grazie alle nuove tecnologie, ha fallito nel rivedere al rialzo i salari in linea con il costo della vita. Tale inadeguatezza contrattuale ha consentito alle imprese di incrementare i profitti a discapito dei lavoratori. Questa problematica è legata a una contrattazione stagnante e all’assenza di meccanismi che consentano di riconoscere e remunerare gli aumenti di produttività.
Confintesa – conclude Prudenzano – ha lungamente segnalato il paralizzarsi dei contratti, derivante da politiche di relazioni industriali inefficaci, e ha richiesto anche l’introduzione di normative che coinvolgano i lavoratori nei profitti aziendali, attuando l’articolo 46 della Costituzione Italiana.
Il dibattito aperto da questo rapporto dell’INAPP pone l’accento sulla necessità di rivedere e riformare il sistema contrattuale italiano, promuovendo un coinvolgimento più attivo dei lavoratori nella determinazione delle condizioni economiche”.
-foto ufficio stampa Confintesa –
(ITALPRESS).
“L’analisi condotta dall’INAPP – ha affermato il Segretario Generale di Confintesa Francesco Prudenzano – ha criticato il sistema contrattuale italiano, indicando una sua incapacità nel garantire un adeguato allineamento dei salari all’aumento del costo della vita nel corso degli anni confermando come la denuncia dell’INAPP confermi le preoccupazioni da tempo sollevate da Confintesa che ha a lungo denunciato la sclerotizzazione del sistema contrattuale, carente di dinamicità, pluralismo e naturale ricambio delle proposte contrattuali, con ambiti chiusi di esclusività di fatto che non rispecchiano le evoluzioni verificatesi nel panorama della rappresentanza sindacale nel corso degli anni.
La soluzione – continua Prudenzano – non risiede nella proposta presentata da alcune forze politiche, perchè non riguardava solo il cd “salario minimo”, ma uno scavalcamento dei principi costituzionali dell’art. 39. Occorre invece dinamicizzare il sistema, creando un nuovo modello di relazioni industriali, fondato sulla libera contrattazione, basata su alcune regole comuni.
L’Italia – aggiunge Prudenzano – nonostante abbia sperimentato un aumento della produttività grazie alle nuove tecnologie, ha fallito nel rivedere al rialzo i salari in linea con il costo della vita. Tale inadeguatezza contrattuale ha consentito alle imprese di incrementare i profitti a discapito dei lavoratori. Questa problematica è legata a una contrattazione stagnante e all’assenza di meccanismi che consentano di riconoscere e remunerare gli aumenti di produttività.
Confintesa – conclude Prudenzano – ha lungamente segnalato il paralizzarsi dei contratti, derivante da politiche di relazioni industriali inefficaci, e ha richiesto anche l’introduzione di normative che coinvolgano i lavoratori nei profitti aziendali, attuando l’articolo 46 della Costituzione Italiana.
Il dibattito aperto da questo rapporto dell’INAPP pone l’accento sulla necessità di rivedere e riformare il sistema contrattuale italiano, promuovendo un coinvolgimento più attivo dei lavoratori nella determinazione delle condizioni economiche”.
-foto ufficio stampa Confintesa –
(ITALPRESS).