Le autorità tedesche descrivevano “la pericolosità di Anis Amri ancora il 14 dicembre, 5 giorni prima dell’attentato” a Berlino. A sostenerlo è la tv pubblica tedesca Wdr, secondo cui Amri “aveva frequentato numerose moschee, 12 delle quali nella Ruhr e dalla fine del 2015 faceva il pendolare fra la Ruhr e Berlino”. Nella capitale tedesca, era in contatto con 2 uomini per i quali i servizi avevano “indizi di preparazione di un attentato”. Alle autorità, secondo Wdr, sono noti 8 nomi utilizzati da Amri, e con uno di essi “aveva presentato domanda di asilo a Oberhausen, alla fine di aprile 2016”. In teoria “non avrebbe dovuto lasciare il Nordreno-Vestfalia” e “otto giorni dopo la polizia criminale della capitale lo ha declassificato, come si dice in gergo, non ritenendolo più di propria competenza”. “Il 10 maggio – conclude Wdr – la polizia criminale del Nordreno-Vestfalia lo classifica come individuo pericoloso”, il termine con il quale vengono indicati i potenziali attentatori.
Colpo di scena incredibile: le autorità tedesche sapevano da prima quanto fosse pericoloso l’attentatore di Berlino
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