Milano, 28 giu. (askanews) – "Vieni, ti faccio vedere la placca metallica: guarda, ‘Settembre 2009’, cosa vuol dire…. che in quel periodo il ghiacciaio arrivava qui. Adesso se ti giri vedi dove è il ghiacciaio, giù in fondo, sono 50 metri di dislivello. Ha dell’incredibile".
Le temperature in costante crescita, con inverni siccitosi e miti, seguiti da estati sempre più torride, stanno da anni riducendo i ghiacciai alpini. Non fa eccezione quello del Plateau Rosa che svetta tra i tre e quattromila metri di quota nel gruppo del Cervino, tra Cervinia e Zermatt, in territorio svizzero dove la montagna prende il nome tedesco di Matterhorn. Alla vigilia dell’apertura della stagione sciistica estiva del 25 giugno, Askanews ne ha parlato con chi da oltre cinquant’anni frequenta questo ghiacciaio come guida alpina e maestro di sci, Giuliano Trucco. "Sono qui sul ghiacciaio dal 1965, quindi una vita, una vita di ghiacciaio, e raccontare adesso quello che era allora, non lo racconti volentieri perché la gente non ci crede, ti guarda e dice ‘questo qui ha bevuto, non è possibile’, invece c’è stata una trasformazione enorme, non lo riconosci più" spiega Trucco, 78 anni, aggiungendo "vedi delle creste rocciose, delle pareti di roccia che escono dal ghiacciaio che ai tempi non esistevano, era tutto coperto. C’erano dei crepacci profondissimi, mi ricordo ad esempio che qui sotto, ai tempi, era morto uno dentro un crepaccio, adesso è tutta morena. E quindi sono cambiate le piste, sono cambiati anche i modi di avvicinarsi al ghiacciaio.
Negli ultimi decenni il Plateau Rosa si è ritirato di diverse centinaia di metri e abbassato di alcune decine. Qui, come negli altri ghiacciai, il rapido scioglimento infradicia la roccia indebolendola talvolta fino a farla sgretolare, mentre lo strato di neve sempre più sottile collassa facilmente. "Con questa carenza di neve, vengono sempre più in evidenza i crepacci – continua la storica guida alpina – ad esempio, crepacci con poca neve sopra, e quindi cominciamo ad avere parecchi più incidenti di gente che ci cade dentro proprio perché questi ponti di neve non sono sufficienti a dare la sicurezza per passarci sopra".
"Per il ghiacciaio è una cosa enorme: si è ritirato e si è abbassato, chiaro che più vai in quota e meno noti questo arretramento e questo abbassamento, però nella parte iniziale del ghiacciaio, dai 3.000 metri in poi la cosa è notevole" prosegue Trucco, sottolineando che "adesso dall’alto vedi delle cose in fondo valle che una volta non vedevi e quindi riesci a dare approssimativamente una misura, siamo dai 30 ai 50 metri di abbassamento, sembra incredibile. I torrenti sono grossi, sono gonfi, dice ‘guarda che bello’ ma no, non è un bel segno perché è il ghiacciaio che si scioglie".
Secondo uno studio condotto sull’impatto del cambiamento climatico sull’estensione e sulla degradazione del permafrost dei ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d Aosta, è stata evidenziata una riduzione della superficie di queste masse di ghiaccio pari al 40% rispetto agli anni Sessanta. "Ad esempio ieri pioveva fino a 4.000 metri, zero termico a 4.000 metri, non esiste…siamo preoccupati – conclude Trucco – adesso si scia ancora, tra un mese non so come andremo a finire. Siamo veramenti preoccupati".
L’intervista è avvenuta al "Rifugio Guide del Cervino" che domina il Plateau Rosa, e che l’anno scorso fu al centro di una curiosa querelle proprio a causa dello scioglimento del ghiacciaio che, secondo l’Ufficio federale di topografia svizzero, lo aveva portato entro il confine elvetico. Polemica poi superata, anche alla luce dei buoni rapporti tra le Amministrazioni di Valtournenche (Cervinia) e Zermatt, che il prossimo autunno (29/30 ottobre e il 5/6 novembre 2022) vedranno disputarsi sul loro territorio la prima gara transfrontaliera di Coppa del Mondo di sci, lungo la pista "Gran Becca", con partenza a 3.800 metri sulla Gobba di Rollin (Svizzera) e l’arrivo a 2865 metri di Laghi Cime Bianche (Italia).
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