La seconda puntata della miniserie economia e guerra. Un interrogativo sempre presente è quello che riguarda l’effetto asimmetrico sulle economie occidentali delle sanzioni
Come abbiamo visto le sanzioni
dell’Unione europea alla Russia dopo l’annessione della Crimea, ebbero scarso impatto. Noi ci auguriamo che questa volta lo abbiano perché ci sono tante troppe vite, soprattutto di civili, nella morsa di una guerra assurda. Ma se un arma per quanto economica viene percepita come spuntata finisce per rendere più letali altre armi, quelle vere. Un interrogativo sempre presente è quello che riguarda l’effetto asimmetrico sulle economie occidentali delle sanzioni. Mosca è il quinto partner commerciale dell’Unione europea ma pesa solo per il 5 per cento, mentre l’Unione europea è il primo tra i venditori di beni e servizi alla Russia e copre un terzo del suo fabbisogno. Dunque il blocco dovrebbe far male più agli invasori che però potranno avere fornitori o acquistare prodotti
europei da venditori terzi. Le triangolazioni sono più facili di quanto non si pensi. Uno studio ha calcolato che le imprese tedesche non ebbero alcun danno, in termini di fatturato e occupazione, da tutti gli embarghi decisi dal 2000 al 2014. L’Italia acquista dalla Russia soprattutto gas e petrolio per 12 miliardi e vende per 7 in base ai dati dei primi undici mesi del 2021. Sono trecento le aziende coinvolte. E per alcune, pensate solo ai calzaturieri delle Marche, esportano in Russi più dell’80 per cento della produzione. Sono più colpiti loro di tanti altri che le sanzioni europee vorrebbero colpire.
Qui il link alla prima puntata: conta l’effetto annuncio ( Ferruccio de Bortoli / CorriereTV ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/economia/chi-vende-chi-compra-chi-soffre-l-europa-sanzioni-russia/c567946e-9e16-11ec-aa45-e6507f140451