[embed]https://www.youtube.com/watch?v=y8ZN4tXx3j0[/embed] Come si fa ad avere un rimborso se sul conto corrente della nostra carta viene addebitato un pagamento che non abbiamo autorizzato né noi né una persona a noi cara? Disconoscere una spesa ed essere rimborsati è un nostro diritto, garantito dalla legge. Ma come orientarsi in questa situazione? Il primo step da seguire è rivolgersi all’emittente della nostra carta: banche, Poste, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento, cioè ai cosiddetti prestatori dei servizi di pagamento. Sono obbligati per legge a rimborsarci l’importo dell’operazione da noi non riconosciuta e a ripristinare la registrazione dei pagamenti. Quando? Entro la fine della giornata lavorativa successiva a quella in cui abbiamo segnalato la presenza di un pagamento non autorizzato. Nel momento in cui disconosciamo un pagamento, l’intermediario avvia un’istruttoria per valutare se anche noi ci siamo comportati in maniera corretta. La tutela nei nostri confronti è molto forte, ma abbiamo anche noi degli obblighi che siamo tenuti a rispettare. Come quello di custodire i nostri strumenti di pagamento con diligenza. Banalmente, non possiamo conservare il Pin delle nostre carte di pagamento nello stesso posto in cui le teniamo: sarebbe come lasciare il nostro portafoglio per strada, con la sola differenza che, in questo caso, potrebbe contenere non solo qualche biglietto, ma tutti i soldi custoditi sul nostro conto. Inoltre, la legge prevede che dobbiamo comunicare il furto entro 13 mesi dalla data dell’addebito. Non è, invece, uno specifico obbligo previsto dalla normativa denunciare alle Autorità l’operazione non autorizzata e, quindi, la banca non può pretendere da noi i documenti che provano la denuncia alle Autorità per avviare la pratica, anche se potrà, comunque, richiederla in un momento successivo, se lo ritiene importante per disporre di tutte le informazioni necessarie per le proprie valutazioni. Ma ci sono dei casi in cui il rimborso può esserci negato? Sì. Se l’intermediario nutre il sospetto che il disconoscimento sia legato a un nostro tentativo di truffa a suoi danni. Sofia Spagnoli