In queste ore sono tante le foto che raccontano gli effetti devastanti del sisma. Paesi completamente distrutti. Il dramma negli occhi di chi ha perso tutto. La lotta contro il tempo per salvare chi è rimasto sotto le macerie. Nell’album di questi giorni difficili rimarrà anche la foto di questo articolo. È stata scattata ad Amatrice. Lui si chiama Antonio Putini, un uomo sfollato dalla sua casa resa inagibile dalle scosse. Dorme su un letto di ospedale in una palestra dove molti abitanti del paese hanno trovato rifugio. La sua mano stanca appoggiata sul bordo del letto non nasconde i suoi anni, le sue “primavere”. Ha 97 anni e a quell’età è ancora più difficile affrontare questa tragedia. Però c’è chi gli sta vicino. Che con il suo calore gli ha donato non solo aspetto, ma quel poco di vita “normale” che una situazione può ancora concedere. È un piccolo cane maltese. Resta coricato ai suoi piedi. Tiene gli occhi aperti, quasi a voler vigilare quello che lo circonda. Ha un collare al collo, ma il guinzaglio non è legato. È penzolante. Potrebbe andarsene. Ma rimane lì. Forse impaurito, forse pronto a proteggere il suo anziano amico umano. In un’altro scatto l’uomo è sveglio. Allunga la sua mano verso il suo peloso. Lo guarda ad assicurarsi che sia ancora lì. Come fanno due amici che cercano di venir fuori da un incubo in cui sono piombati.