ROMA (ITALPRESS) – “La maggior parte del grande pubblico conosce il brand Fujifilm come un importante produttore di macchine fotografiche e di sistemi per le arti grafiche, ma in realtà la storia dell’azienda nel mondo della sanità ha origini lontane: nel 1936, a due anni dall’inizio della produzione delle pellicole fotografiche, l’azienda iniziò a realizzare anche le pellicole radiografiche e, da allora, nei decenni ha sviluppato moltissimi brevetti e innovazioni tecnologiche”. Lo ha raccontato, in un’intervista all’agenzia Italpress, Davide Campari, General manager di Fujifilm, azienda specializzata in dispositivi medici per la salute. “E’ a partire dagli anni Novanta che Fujifilm ha deciso di investire massicciamente sul mondo del care, proprio in previsione del calo della domanda di pellicole fotografiche: basti pensare che dal 2001 a oggi il fatturato è quasi raddoppiato è la principale area di business è proprio quella legata al care”, ha sottolineato.
“Con le nostre soluzioni, copriamo un’ampia gamma di quelle che sono le necessità diagnostiche e quindi possiamo andare a supportare i clinici all’interno di diverse attività legate proprio alla prevenzione dei tumori: un esempio è sicuramente legato alla prevenzione del tumore al seno. Abbiamo sviluppato recentemente, insieme a Roche Italia, una campagna di screening routine, volta a riportare le persone all’interno degli ospedali dopo la pandemia. Come azienda, riteniamo assolutamente essenziale e fondamentale dare il nostro contributo nel supportare la prevenzione e sensibilizzare la consapevolezza delle persone su come è importante attuare degli stili di vita per cercare di minimizzare i rischi”, ha continuato.
“Sicuramente il tema degli investimenti è importante, soprattutto in un contesto sanitario che è in radicale cambiamento: le sfide che ci troviamo ad affrontare sono complesse e diverse, per esempio sono legate all’invecchiamento della popolazione, quindi alla necessità di andare a decentralizzare sempre più le prestazioni e le opportunità di curarsi”, ha spiegato Campari.
“Un’altra importante area di lavoro è quella legata alle risorse che lavorano nel settore della sanità: con le nostre soluzioni informatiche e di intelligenza artificiale possiamo migliorare l’efficienza e la velocità dei processi diagnostici, quindi fare di più con meno personale”, ha spiegato Campari.
L’innovazione all’interno dell’azienda è declinata “attraverso due direttrici principali: una è quella della ricerca e sviluppo interna, attraverso i nostri laboratori in cui abbiamo creato un team di esperti multidisciplinari, che riescono ad interagire sulle varie tecnologie del gruppo per realizzare delle importanti innovazioni. E l’altra è quella delle acquisizioni, per acquisire velocemente quelle competenze che non sono state ancora sviluppate all’interno del gruppo”, ha spiegato Campari. “CEOforLIFE ci ha recentemente premiato per il progetto Endorunner, un centro di training mobile: si tratta di un piccolo vano dotato di alcune postazioni per simulare procedure endoscopiche. E’ un progetto che in due anni di attività ha coinvolto oltre 350 persone, fra studenti universitari di medicina, specializzandi, medici e infermieri, in collaborazione con università e istituti ospedalieri e che – ha concluso – ha permesso a queste persone di confrontarsi con le ultime tecnologie”.
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