“Calibro 9”, Bocci nel noir di D’Angelo che si rifà agli anni ’70

di Redazione

“Calibro 9”, Bocci nel noir di D’Angelo che si rifà agli anni ’70

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Roma, 29 gen. (askanews) – Il regista Toni D’Angelo rinnova il genere poliziesco in auge in Italia negli anni ’70 e con "Calibro 9" realizza un noir che lega la malavita organizzata dell’epoca al contesto criminale di oggi. Il film con Marco Bocci, Ksenia Rappoport, Michele Placido, Alessio Boni, e Barbara Bouchet sarà disponibile a partire dal 4 febbraio sulle principali piattaforme on demand. Il protagonista del film è il figlio di quell’Ugo Piazza di "Milano Calibro 9", del 1972: un brillante penalista coinvolto in una truffa telematica che colpisce gli interessi della ‘ndrangheta.
Il regista spiega: "Di quel genere di film quello che mi piace, mi è sempre piaciuto, è la spietatezza dei personaggi, cosa che difficilmente si ritrovava in altri film d’autore italiani. La malavita da allora ad oggi è cambiata nei mezzi, sostanzialmente in qualche modo si è evoluta, no? La malavita da organizzazione criminale locale è diventata ormai un’organizzazione criminale cha ha radici in tutto il mondo, prende ordini in questo caso dalla Calabria ma ha i suoi uomini in tutto il mondo, nei palazzi del potere, in politica".
"Calibro 9" è un tipico film di genere, in cui D’Angelo mostra i legami, i rituali arcaici, la violenza e la potenza globale della ‘ndrangheta mentre il racconto si sviluppa tra Milano, Francoforte, Mosca e Anversa, tra scene d’azione e tensione psicologica tra i protagonisti.
Sulla necessità di dare spazio in Italia al cinema di genere il regista dice: "Gli incassi del cinema di genere hanno sempre riempito le casse dei produttori che poi potevano investire sui grandi autori.
Attraverso il genere puoi svagarti e pensare allo stesso tempo".

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