Milano, 16 nov. (askanews) – Lettere d’amore alle muse: è questo il tema del Calendario Pirelli 2023, un viaggio nel femminino meraviglioso, tra mistero e sogno, realizzato con grazia e visione dalla fotografa australiana Emma Summerton, quinta donna a firmare il Calendario dal 1964 a oggi. Un lavoro che si muove sul territorio della cultura, con ciascuna modella chiamata a impersonare figure come la veggente, la narratrice, ma anche la fotografa e l’attivista.
"Ho voluto creare una piattaforma per tutte le donne – ci ha detto Emma Summerton – per parlare di chi sono e di cosa fanno e per celebrarle. E l’ho fatto portandole in creazioni surreali, in immagini che sembrano provenire dai sogni. Credo che questo aspetto sia molto importante oggi".
La fotografa ha ragione, ed è molto importante anche il fatto che avvenga con la cassa di risonanza di un oggetto culturale globale come il Calendario Pirelli, che nello sguardo femminile su altre donne trova una nuova aderenza al contemporaneo, alle sue istanze e alle sue rappresentazioni inclusive. Alla sua coscienza, verrebbe da dire. E anche se il corpo resta al centro della rappresentazione, è decisivo il modo in cui Emma Summerton è arrivata a questa rappresentazione.
"Se lavori con qualcuno – ci ha spiegato la fotografa – penso che sia fondamentale stabilire una conversazione, si chiede il permesso e partendo da questo si inizia a lavorare. Nel caso del calendario tutte volevamo essere parte del progetto, volevamo creare i personaggi, quindi più che delle donne fotografate qui si tratta del personaggio che ciascuna ha impersonato".
Personaggi che hanno i volti di queste grandi modelle, che sono però anche scrittrici, fotografe, atlete, attiviste. Donne, semplicemente. Donne diverse e complesse, come lo erano le Muse, il cui canto torna a risuonare negli scatti come una forma di simbolismo sul presente, calato in un mondo di sogni che brilla per la clamorosa sensazione di verità degli scatti. Al di là della semplice narrazione di queste lettere d’amore, che sono sì per le Muse, ma anche per tutti noi.
(Leonardo Merlini)