Roma, 10 nov. (askanews) – "Trentadue anni fa, questo è sicuro, l’eroe fu un giornalista italiano, che al momento giusto ha fatto la domanda giusta. Credo che gli eroi siano persone che fanno qualcosa che tutti potrebbero fare e poi gli altri dicono ‘ma perché non l’ho fatto io?": lo ha affermato a margine di un evento il 9 novembre al Goethe Institut a Roma Thomas Brussig, ironico e riflessivo scrittore tedesco, conosciuto in Italia per il bestseller "Eroi come noi" ("Helden wie wir", 1995) sulla caduta del Muro di Berlino e l’"Ostalgie", ma anche co-autore assieme al grande Edgar Reitz della sceneggiatura di "Heimat 3" e attualmente borsista alla Casa di Goethe in via del Corso, dove sta scrivendo un libro sul celebre autore del "Faust" e Johann-Peter Eckermann, quest’ultimo poeta noto per le "Conversazioni con Goethe".
Riccardo Ehrman, nato a Firenze 92 anni fa, è stato il giornalista dell’Ansa che pose la fatidica domanda all’allora responsabile del Politburo della Ddr, Guenther Schabowski, sul "nuovo regolamento" per gli spostamenti tra le due Germanie, la cui risposta di lì a poco diede inizio alla corsa per attraversare il Muro.
"Trentadue anni sono un periodo lungo e il mondo cambia, cambia pure il significato di parole come ‘profughi’, ‘confini’, ‘muri’ e così via e lo stiamo vedendo proprio ora che i profughi di 32 anni fa erano molti diversi da quelli di oggi. E questo in Germania è anche un problema, coloro che erano profughi 32 anni fa, oggi non si ricordano quasi più di esserlo stati", ha aggiunto Brussig, in merito al dramma dei profughi ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia che tentano di entrare in Europa, confrontato a quell’ondata di profughi pacifici che la notte del 9 novembre 1989 fuggivano dall’ex Germania comunista.