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Boltho: siamo ancora in crescita, ma ora temo una recessione

Cagliari, 20 mag. (askanews) – La leggera crescita spinta dalle prospettive di una possibile fine della pandemia potrebbe presto arrestarsi e tramutarsi in recessione; e per la ripresa l’Italia, economia debole al confronto delle grandi potenze mondiali, potrebbe aspettare anche fino al 2025: è il timore espresso dall’economista Andrea Boltho, docente a The Magdalen College di Oxford intervenuto a Linkontro, appuntamento di NielseIQ che ha riunito in Sardegna 600 top manager del largo consumo.

"Siamo ancora in una fase di crescita, anche perché stiamo risalendo la china dopo la pandemia – esordisce Andrea Boltho – Ma temo che questa fase di crescita potrebbe fermarsi e addirittura dar luogo ad una recessione in un futuro non molto lontano. Perché? Perché in parte la pandemia non è stata ancora completamente dominata: in altre parti del mondo è ancora diffusa e le varianti viaggiano con grande facilità. Ma più importate è che l’inflazione è salita molto rapidamente. Questo ha portato restrizioni monetarie e aumenti di tassi di interesse che stanno già influenzando le attività. E in più c’è l’incertezza imposta dalla guerra che, temo, non finirà in autunno, e che anzi potrebbe durare per tutto il 2023 e anche di più. Una guerra di attrito che avrà ulteriori effetti negativi sulla nostra congiuntura".

Riguardo lo scenario italiano l’economista non nasconde i rischi connessi alle specifiche caratteristiche della nostra economia. E alla domanda su come il

il prolungamento dello scenario di crisi si ripercuoterà sul nostro Paese, così risponde: "Male, inevitabilmente male – risponde Boltho – lI’talia è stata tra gli ultimi a livello europeo già dall’inizio di questo secolo. Se una recessione europea ci colpisce siamo tra i più deboli: le famiglie soffriranno per l’aumento del costo della vita; i salari oggi come oggi non tengono il passo con l’inflazione e quindi ci sarà minor potere di acquisto. Sì, ci sono i risparmi che sono stati messi da parte, ma non basteranno. Quindi temo che se ci sarà recessione in Europa in Italia sarà peggio. Poi, certo, non sarà per sempre. Le recessioni finiscono: c è sempre stata ripresa dopo una recessione, ma si potrebbe dover aspettare il 2023, il 2024… il 2025".

Inevitabile quindi anche che le famiglie debbano ripensare abitudini di consumo e stili di vita. "Per forza devono ripensarci. Se le risorse mancano devo per dforza ripensare al mio modello di vita – prosegue Baltho – devo per forza tagliare qualcosa da qualche parte. Come e cosa tagliare dipenderà dagli individui: ciascuno farà le sue scelte. C’è chi farà una scelta ecologica e consumerà meno benzina. Chi farà scelte diverse negli stili di vita, o non prenderà vacanze. Ma è inevitabile che la gente ripensi al proprio modello di vita, e lo farà in modo consono alle proprie abitudini".

Viene quindi da pensare, di conseguenza, che ci sia ben poco da essere ottimisti. "Temo di sì", ammette Boltho. Che però subito aggiunge: "Spero di sbagliarmi. Ci sono possibilità per uscire da questo scenario. Putin che accetta una mezza sconfitta sarebbe una soluzione ottimistica. L’Ucraina accetta qualche perdita di territorio, la guerra finisce. Tutto questo dà respiro e fiducia ai consumatori e alle aziende europee. E’ uno scenario possibile, ottimista. L’inflazione cede rapidamente perché i tassi stanno aumentando, anche quello è uno scenario ottimistico. Ci sono soluzioni possibili ai problemi. Però non sono ovvie. E, in particolare, quella della fine della guerra non la vedo".

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