Bologna e la sua provincia in prima linea nell’accoglienza di chi fugge dalla guerra in Ucraina: fra le strutture che hanno aperto le proprie porte c’è anche l’Unaway Hotel di San Lazzaro di Savena, alle porte del capoluogo, dove in due giorni sono arrivati circa 60 profughi. Adibito da tempo anche a covid hotel, ma ormai quasi in dismissione per tale funzione, con le ultime persone in isolamento in un’area specifica dell’albergo, l’Unaway è per ora il primo “porto sicuro” all’ombra delle Due Torri per chi scappa dai bombardamenti. “Cerchiamo di darci da fare nel nostro piccolo, speriamo passi in fretta” continua Vittoria, operatrice socio-sanitaria. “Raccogliamo veramente le lacrime di tante persone in questi giorni” aggiunge. Liliana, fuggita da Leopoli il 24 febbraio con l’inizio dei bombardamenti e arrivata a Bologna dopo tre giorni alla guida di un’auto con a bordo i tre figli di 11, 16 e 19 anni, la madre anziana e il minimo indispensabile, con suo padre e suo marito rimasti in Ucraina, conclude: “Spero che la guerra finisca presto, sono già morti troppi civili”.
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