Si ringrazia per le immagini:
HAPPY SOUL PROJECT
https://www.youtube.com/c/HappySoulProject/videos https://www.instagram.com/happysoulproject/
Quando ha sentito piangere nel cuore della notte, Tara, la mamma di Pip, una bambina di 8 anni con la Sindrome di Down ha acceso il baby monitor per capire se sua figlia avesse bisogno di lei e ha scoperto una scena dolcissima che l’ha fatta commuovere.
Noal, il maggiore dei suoi 3 figli, era entrato nella stanza della sorellina e si era messo disteso accanto a lei per consolarla.
Non immaginava che sua madre stava osservando ogni sua mossa e che lo stava ascoltando anche quando lui, abbracciando Pip, le ha sussurrato: “Non piangere, lasciamo dormire la mamma”.
Tara non sapeva che sua figlia potesse avere la Sindrome di Down, i medici le hanno comunicato i loro sospetti solo 2 giorni dopo il parto: “All’improvviso mi è crollato il mondo addosso, avevo il cuore spezzato perché temevo che Noal non avrebbe avuto una relazione “normale” con sua sorella, che mio marito non avrebbe potuto sperimentare cose come accompagnare nostra figlia all’altare… all’epoca ero terrorizzata e avevo ancora tante cose da imparare”.
Una notte Tara ha deciso di sfogarsi attraverso un blog e poche ore più tardi ha ricevuto risposte da tutto il mondo da parte di altri genitori di bambini con Sindrome di Down che le offrivano il loro sostegno.
Così lei e la sua famiglia hanno imparato a concentrarsi solo su Pip che ha subito circa 20 operazioni e ogni giorno fa i conti con la celiachia e il diabete senza mai lamentarsi, perdere il sorriso o la voglia di vivere: “Pip ci ha reso migliori e anche i suoi fratelli, grazie a lei, stanno diventando ragazzi amorevoli e sensibili, molto più di quanto avrei mai sperato. Quel video è la prova che la proteggeranno per sempre anche quando non ci sarò più”.
Da quel blog che Tara non ha mai smesso di curare, è nata una Onlus, chiamata “The Happy Soul Project”, che questa mamma ha creato con l’obiettivo di ispirare il cambiamento, esaltare le differenze e sostenere l’inclusività per eliminare ogni forma di pregiudizio e discriminazione.
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