Milano, 17 set. (askanews) – Un accordo. Tre partner. Molte polemiche. La triplice alleanza Usa-Gran Bretagna-Australia sembra non piacere a chi ne è rimasto escluso, tanto quanto all’obiettivo contro il quale è diretta: la Cina. I francesi in primis hanno criticato l’accordo che ha fatto naufragare una maxi commessa australiana per la costruzione di 12 sottomarini diesel-elettrici convenzionali in Francia: quasi 100 miliardi di dollari. La nuova iniziativa di Joe Biden, Aukus, (dalle iniziali appunto di Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti) sulla regione IndoPacifico sembra aver interrotto bruscamente l’estate d’amore del capo della Casa Bianca con l’Europa, cominciata con la promessa ai leader europei che "l’America è tornata" e che la diplomazia multilaterale guiderà la politica estera degli Stati Uniti.
Non sorprende che la Cina abbia reagito con rabbia, accusando gli Stati Uniti e i suoi due partner anglofoni di intraprendere un progetto che destabilizzerà il Pacifico. Ma Aukus a Bruxelles è visto come un progetto che esclude l’Unione Europea, atto a ricalibrare anche gli equilibri all’interno della Nato. Parigi ha espresso "totale incomprensione" per la nuova azione e ha detto che "assomiglia molto a quello che ha fatto Trump". Non è il primo segno in realtà di disimpegno a favore di urgenze più strette rispetto al crescente pericolo costituito da Pechino: ad esempio l’acquiescenza di Biden rispetto al gasdotto Russia-Germania che aggirerà Polonia e Ucraina, dopo altri sintomi di minore attenzione di prima, rispetto ai Paesi dell’Est Europa.
Inevitabilmente la questione ha riportato in auge il tema dell’autonomia strategica europea. Un tema complesso, che secondo il capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell dovrà essere rimesso in primo piano.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio: askanews
Immagini: Afp, Ebs