Bergamo, 19 feb. (askanews) – A inizio febbraio l’Accademia Carrara di Bergamo ha celebrato il "Lotto Day", una giornata dedicata al pittore rinascimentale Lorenzo Lotto, e nell’occasione, alla presenza anche del direttore del Prado di Madrid, è stato presentato il nuovo catalogo dell’artista, una delle figure chiave nella storia dell’arte italiana. Figura che a Bergamo, come ci ha spiegato la direttrice dell’Accademia, Maria Cristina Rodeschini, ha lasciato un segno importante. "Bergamo – ha detto ad askanews – non sarà più la stessa dopo il passaggio di Lotto, tutta la comunità locale degli artisti fa un balzo in avanti e il nostro museo conserva cinque opere di Lotto, che testimoniano i due versanti del suo lavoro: la pittura sacra e il ritratto".
Oltre che nel museo, le opere di Lotto sono diffuse in città e nella provincia, per questo l’Accademia Carrara lavora anche per offrire esperienze d’arte al di fuori dei percorsi espositivi tradizionali. "Creiamo degli appuntamenti che partono o arrivano all’Accademia Carrara – ha aggiunto la direttrice – e visitano le chiese della città, perché sono molte le chiese di Bergamo che ospitano opere di Lotto. Un altro filone interessante al quale sto lavorando da tempo è quello di testimoniare costantemente e offrire al pubblico del luogo, ma anche per chi viene da fuori, questo percorso lottesco, in città, ma anche nel territorio".
E la relazione con i territori e le comunità è un aspetto fondamentale, per l’Accademia Carrara, ma non solo, della ripresa dopo il durissimo periodo della pandemia. "Devo dire – ci ha spiegato ancora la direttrice – che nel mese di agosto del 2020 siamo stati visitati da 4mila persone, un risultato che non abbiamo avuto nemmeno nel 2019. Abbiamo proseguito con la mostra di Tiziano, che ha avuto ancora successo. Però la chiusura di ottobre è stata tragica, perché abbiamo riaperto solo nell’aprile del 2021".
Quanto accaduto dalla primavera del 2020 in avanti, in particolare a Bergamo, è qualcosa che, anche a livello di istituzioni culturali, lascia un segno profondo. "In tutta Italia e in tutto il mondo – ha concluso Maria Cristina Rodeschini – ci stiamo interrogando se possiamo essere gli stessi: no, non possiamo essere gli stessi, le opere sono le stesse, ma dobbiamo offrire servizi, accoglienza del pubblico, dobbiamo pensare a quale pubblico riferirci Questo è stato un laboratorio eccezionale, questi anni non sono stati buttati via".
La sfida, insomma, è quella di continuare ad andare avanti cercando di cogliere le opportunità del momento, per quanto complesso questo sia. Ma il fatto che Lorenzo Lotto possa essere una delle possibili risposte alla pandemia è già a suo modo un successo.