“Ho fatto solo quello che ogni persona dovrebbe fare. Essere onesto in un Paese che ci ospita. E poi è Natale, no?”. Poche parole quelle di Emmanuel, profugo di 29 anni, nato e vissuto fino a qualche anno fa in Nigeria, “richiedente asilo” residente nello stabile di via Coda a Biella dove da qualche tempo sono ospitati i profughi arrivati negli scorsi mesi. Parole dette ai carabinieri di Andorno Micca quando, l’altra sera, ha riportato il portafoglio trovato qualche minuto prima sul marciapiede della strada che tutti i giorni percorre per tornare a casa.
Lo aveva smarrito un vercellese di 46 anni, conteneva soldi e documenti. Ma a lui, dopo averlo raccolto mentre stava tornando dal supermercato Conad di Andorno dove tutte le mattine si reca per chiedere l’elemosina, non è importato cosa contenesse: controllato velocemente cosa c’era all’interno – documenti, carte di credito e soldi – più che altro per capire a chi appartenesse, ha deciso di fare la scelta giusta e portarlo in caserma ai carabinieri. Quegli stessi che al suo arrivo si sono complimentati con lui per quel gesto così “normale” ma anche così bello. Tanto che in poche ore il giovane Emmanuel è diventato il simbolo del senso civico e della “bontà” che tutti dovrebbero avere, almeno a Natale.
Nel portafoglio restituito ai carabinieri, quegli stessi che nel corso dei mesi hanno controllato Emmanuel diverse volte proprio perché trovato davanti al supermercato a chiedere denaro ai clienti, e che increduli gli hanno aperto la porta quando hanno capito che questa volta il ragazzo africano stava compiendo un gesto unico, c’erano contanti per 175 euro e 70 centesimi, contenuti in quel portafoglio trovato per terra lungo via Milano a Chiavazza, vicino a Biella, e il cui proprietario aveva già presentato, quello stesso pomeriggio, denuncia di smarrimento. Un bel gruzzolo, soprattutto per chi vive di elemosina e sa che quella cifra, che gli avrebbe consentito di vivere tranquillo per qualche settimana, potrebbe metterla insieme forse in un mese. Ma lui non ci ha pensato nemmeno un attimo.
Quei soldi non erano suoi, non li aveva guadagnati lui. ”Perché essere corretti con se stessi è
la cosa giusta da fare” ha spiegato ai carabinieri a cui ha Emmanuel fatto capire che, anche se chiede l’elemosina per vivere, mai si trasformerebbe in ladro. Così, contattato il proprietario, gli è stato restituito il portafoglio dopo avergli raccontato come e da chi era stato ritrovato. L’uomo non era sicuro di quanto ci fosse dentro: “Forse 150 euro, forse di più” ha detto ringraziando Emmanuel che non aveva toccato nulla, neppure i centesimi.
Lo aveva smarrito un vercellese di 46 anni, conteneva soldi e documenti. Ma a lui, dopo averlo raccolto mentre stava tornando dal supermercato Conad di Andorno dove tutte le mattine si reca per chiedere l’elemosina, non è importato cosa contenesse: controllato velocemente cosa c’era all’interno – documenti, carte di credito e soldi – più che altro per capire a chi appartenesse, ha deciso di fare la scelta giusta e portarlo in caserma ai carabinieri. Quegli stessi che al suo arrivo si sono complimentati con lui per quel gesto così “normale” ma anche così bello. Tanto che in poche ore il giovane Emmanuel è diventato il simbolo del senso civico e della “bontà” che tutti dovrebbero avere, almeno a Natale.
Nel portafoglio restituito ai carabinieri, quegli stessi che nel corso dei mesi hanno controllato Emmanuel diverse volte proprio perché trovato davanti al supermercato a chiedere denaro ai clienti, e che increduli gli hanno aperto la porta quando hanno capito che questa volta il ragazzo africano stava compiendo un gesto unico, c’erano contanti per 175 euro e 70 centesimi, contenuti in quel portafoglio trovato per terra lungo via Milano a Chiavazza, vicino a Biella, e il cui proprietario aveva già presentato, quello stesso pomeriggio, denuncia di smarrimento. Un bel gruzzolo, soprattutto per chi vive di elemosina e sa che quella cifra, che gli avrebbe consentito di vivere tranquillo per qualche settimana, potrebbe metterla insieme forse in un mese. Ma lui non ci ha pensato nemmeno un attimo.
Quei soldi non erano suoi, non li aveva guadagnati lui. ”Perché essere corretti con se stessi è