Roma, 17 giu. (askanews) – L’avicoltura italiana, un settore nel 2021 ha generato un fatturato di 5,9 miliardi di euro, sta registrando aumenti record dei costi di produzione: 800milioni di euro nell’ultimo anno, di cui 450 solo nella fase agricola. Un aumento vertiginoso dovuto a diversi fattori, ha spiegato Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale.
"Negli ultimi 12 mesi – ha detto Forlini – abbiamo registrato un forte incremento dei costi energetici e questo direi che è abbastanza noto e anche, soprattutto, un incremento dei costi dei componenti dei mangimi, delle materie prime, i cereali ma anche della componente proteica. Parliamo di mais, di grano, di sorgo, di soia. Sono aumentati in maniera esponenziale soprattutto negli ultimi tre mesi in virtù di quella che oggi viene definita, non a torto, la guerra del grano".
Tra le altre cause dei rialzi, l’accaparramento preventivo di grano e mais da parte della Cina e la speculazione operata da diversi fondi di investimento. Da qui l’appello dell’assemblea di Unaitalia: "Chiediamo, a livello mondiale -ha sottolineato Forlini -, che si ponga un freno alla speculazione a uso esclusivamente finanziario".
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ricordando che il comparto ha appena superato le difficoltà legate all’influenza aviaria, si è detto d’accordo sulla necessità di fare qualcosa: "E’ chiaro che oggi siamo di fronte ad un’altra emergenza, quella determinata dall’aumento dei prezzi dei prodotti che servono a questo settore e credo che da parte della politica ci debba essere la consapevolezza che questo settore deve essere assolutamente sostenuto, perché rappresenta un asset importante per il nostro Paese, sia dal punto di vista della produzione, dal punto di vista dei livelli occupazionali, dal punto di vista della qualità e dell’eccellenza, quindi è un settore che assolutamente deve essere sostenuto".
Inevitabilmente, l’aumento dei costi di produzione sta avendo un impatto anche sulle vendite. Dopo la forte crescita degli ultimi 5 anni, l’avicoltura registra ora i primi segnali di rallentamento, anche se la carne di pollo rimane di gran lunga quella più consumata dagli italiani. L’aumento dei prezzi colpisce però più duramente le persone a basso reddito ed ecco perché Unaitalia ha annunciato un accordo col Banco Alimentare per dare un aiuto concreto, recuperando e donando carne e uova, alle famiglie in difficoltà.
Ma non solo, ha spiegato Giovanni Bruno, presidente del Banco Alimentare: "Questo è, come dire, l’obiettivo finale. All’interno di questo c’è tutte le sinergie che si potranno poco alla volta mettere in campo, e che saranno assolutamente preziose per tutti".