Genova, 19 giu. (askanews) – "Noi non ci stiamo": con questo slogan oltre 300 persone hanno partecipato davanti alla prefettura di Genova alla protesta contro l’accordo per la cessione delle quote di Autostrade per l’Italia a Cassa Depositi e Prestiti. Al presidio hanno aderito il comitato dei parenti delle vittime del Ponte Morandi, diverse associazioni di cittadini e dei consumatori e alcuni partiti, tra cui il Pd, il Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana. Presente in piazza anche il senatore di Forza Italia, Lucio Maran.
Durante la protesta, a cui hanno preso parte anche tanti semplici cittadini genovesi, sono state raccolte le firme per chiedere al governo di fare dietrofront e bloccare l’acquisizione onerosa delle quote di Aspi da parte di Cdp. Fra gli organizzatori il senatore ligure de "L’alternativa c’è" Mattia Crucioli.
"Bisogna portare avanti il procedimento di decadenza della concessione – ha spiegato – che significa riprendere senza costi per lo Stato il bene pubblico che è stato gestito in maniera insoddisfacente e con gravissimi inadempimenti, ed avviare anche delle azioni legali per chiedere il risarcimento dei danni. Questa è la strada, non pagare più del costo di mercato le quote della società".
"Secondo noi – ha sottolineato l’ex esponente del M5s – sarebbe molto meglio se fosse Anas a gestire le autostrade ma in ogni caso c’è ance la possibilità che il concessionario, una volta dichiarato decaduto, continui provvisoriamente a gestirle finché non ci sarà un nuovo bando."
Anche la portavoce del comitato dei parenti della vittime del Ponte Morandi, Egle Possetti, si è detta fermamente contraria all’operazione, che per i familiari di chi ha perso la vita nella tragedia del 14 agosto 2018 ha il sapore di un’ulteriore beffa.
"Dobbiamo fare in modo – ha dichiarato – che i cittadini facciano capire a chi gestisce la cosa pubblica che questo accordo non si deve fare perché è uno schiaffo alle vittime e a tutti i cittadini. Dal punto di vista legale noi non ci fermeremo: adotteremo tutte le tattiche possibili per fare in modo che qualcosa si smuova".
"Questa – ha concluso Possetti – è una manovra finanziaria geniale per chi l’ha fatta: utili stratosferici per 20 anni e quasi nessun costo di manutenzione, anche se poi è caduto un ponte e forse avevano sottovalutato il rischio, e adesso escono con le tasche piene di soldi da investire in altre cose, per noi è inaccettabile".