ROMA (ITALPRESS) – “Questo stato dell’arte non è figlio di un’autonomia che ancora non si è realizzata, ma di una politica centralista che è andata avanti fino ad oggi”. Lo ha detto Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ospite di Agorà su Rai3, in risposta a chi parlava di migrazione sanitaria, fuga dei cervelli e disoccupazione in vista della riforma sull’autonomia. “Tutti coloro che avrebbero dovuto promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno, ridurre la sperequazione e favorire la coesione hanno fallito. Quelli che hanno fallito oggi tacciano e lascino aperta la strada autonomia: all’autonomia che si è posta l’obiettivo, per la prima volta dopo 22 anni, di definire i livelli essenziali delle prestazioni e quindi i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale utilizzando le leve già previste dalla Costituzione”, ha aggiunto. Per il ministro si tratta di “ridurre questa sperequazione attraverso risorse che in questo caso dovranno avere anche una finalizzazione: non basta chiedere risorse, noi esigiamo che vengano garantiti ed erogati servizi”.
Per quanto riguarda l’iter e le condizioni per il riconoscimento dell’autonomia “ci sarà una Regione che richiede e dall’altra parte un governo che farà le valutazioni. C’è la necessità di un passaggio Governo-Regioni, poi un parere espresso dal Parlamento, dove andrà l’intesa definitiva. Non c’è nessuna fuga in avanti o rischio di blitz. Ci saranno una serie di passaggi che consentiranno di valutare”, ha concluso.
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