Bolzano, 15 set. (askanews) – Che cos’è un’opera d’arte e chi ne stabilisce il valore. Sono domande cruciali nel Sistema artistico contemporaneo e, in qualche modo, sono domande alle quali prova a rispondere anche la mostra "FROM B TO E AND MORE" di Charlotte Posenenske, curata per la Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano da Vincenzo de Bellis.
"E’ una mostra – ha detto il curatore ad askanews – che racconta un momento cruciale di cambiamento dell’artista, ma presenta anche dei disegni che in qualche modo inquadrano il contesto precedente nel quale lei lavorava".
Si tratta della prima retrospettiva in Italia su Posenenske e ripercorre l’evoluzione della pratica di un’artista scomparsa prematuramente, concentrandosi su una serie di opere realizzate in poco più di dieci anni. Un progetto che sposa in pieno la visione di Antonio Dalle Nogare.
"Sin dall’inizio – ci ha detto il collezionista – penso di avere costruito questo edificio proprio per l’amore per l’arte minimale e concettuale, quindi questa mostra è proprio nelle mie corde e Vincenzo de Bellis ha capito perfettamente lo spirito della Fondazione, che poi rappresenta quello che sento io ed il punto è riuscire a trasmettere anche al pubblico, che sia di Bolzano, dell’Alto Adige o venga da più lontano, lo spirito della grande energia che trasmette il minimalismo e in particolare questa grandissima artista".
Al fondo c’è l’idea, rivoluzionaria all’epoca e ancora sovversiva oggi, almeno in alcune sue conseguenze, dalla riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, cui Posenenske ha aggiunto anche la scelta di vendere le opere sostanzialmente al semplice prezzo di costo dei materiali.
"Ha iniziato la sua pratica artistica proseguendo quelli che erano i dettami dell’arte degli Anni Cinquanta, quindi un’arte astratta, pittorica, soprattutto. Poi – ha aggiunto Vincenzo de Bellis – successivamente verso la fine degli Anni Sessanta, anche grazie ai legami con artisti che erano passati attraverso la scuola de Bauhaus si è aperta verso un’arte molto più democratica, che in qualche modo rappresentasse il cambiamento sociale e politico che avveniva in quel anni".
Un cambiamento che, in questo aderendo alla filosofia del minimalismo, si basa sull’idea del modulo.
"Gli elementi di ogni opera, che sono modulari e componibili – ha concluso il curatore – possono essere composti da chiunque la esponga e da chiunque la collezioni, in modo tale che ognuno si possa creare la sua opera d’arte".
E dalla Fondazione bolzanina, in un momento storico che resta complesso e particolare, riparte un dibattito sulla natura stessa dell’arte e sul suo ruolo sociale. Anche questo è la mostra di Charlotte Posenenske, ed anche questo è un modo, per la Fondazione Dalle Nogare, per continuare a essere rilevante.