Arrivano pioggia e neve, ma per la magra invernale del Po più grave degli ultimi 30 anni non…

di solobuonumore

Arrivano pioggia e neve, ma per la magra invernale del Po più grave degli ultimi 30 anni non…

La mancanza di piogge per 60 giorni, la poca neve e le alte temperature: i rischi di una primavera e un’estate difficili da un punto di vista idrico per gli habitat naturali e l’agricoltura. Il bollettino sullo stato idreogeologico del fiume Po aggiornato al 14 febbraio 2022. «Oggi la situazione è di allerta e non di allarme e dipenderà dalle prossime ore: sarà importante vedere in che modo e in quale quantità pioverà»

Le precipitazioni in corso al Nord mitigano parzialmente l’inverno con meno neve caduta degli ultimi 20 anni e anche la perturbazione atlantica prevista per i prossimi giorni potrebbe non colmare il gap idrologico di portata storica generato in questi ultimi mesi dalla mancanza di piogge (60 giorni), neve, alte temperature (+2-3°) e vento. La quota della portata slitta comunque in pochi giorni a – 34% – ora destinata a risalire leggermente – con punte di -40% in alcune sezioni del Grande Fiume.
La perturbazione in corso sul Nord del paese, arrivata dopo due mesi di assenza, risulta oggi provvidenziale, alla luce dei dati emersi nell’ultimo monitoraggio dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, ma la prevista sua breve durata potrebbe solo lenire il perdurante deficit idrico che si è verificato tra la fine del 2021 e l’arido inizio del 2022. La situazione generale nel distretto del fiume Po (qui il video dal drone) sta gradualmente migliorando, ma la crisi idrica manifestata fino ad oggi e l’aridità dei suoli, unita alle temperature fino a ieri decisamente sopra la media e alla perdurante mancanza di precipitazioni sulle catene montuose (Alpi e Appennini) hanno generato criticità evidenti che potrebbero comunque manifestarsi nel lungo periodo incidendo soprattutto sugli equilibri degli habitat e dell’agricoltura.
In Piemonte (come reso noto dall’ente parco) si sono già registrate morie di pesci autoctoni, sottoposti a notevole stress di approvvigionamento dei flussi nelle zone umide e anche numerose tipologie di piante mostrano evidenti segni di difficoltà. Ma molti sono i dati tecnici significativi che arrivano all’Osservatorio dell’Autorità di Bacino del Po-MiTE dai territori e comunicati direttamente dai partner istituzionali come le agenzie regionali che monitorano l’andamento meteo idrologico climatico, dai gestori dei grandi laghi alpini e da quelli dell’idroelettrico fino ad Anbi che raggruppa i Consorzi di bonifica, chiamati tra pochi giorni a distribuire la risorsa alle principali colture della pianura Padana.
L’analisi dettagliata ha mostrato che il gennaio 2022, appena trascorso, si è rivelato come il sesto più caldo di sempre a livello globale e il distretto del Po non fa differenza con le anomalie che lo pongono in uno stato di incipiente siccità. «Le anomalie sono decisamente marcate per molti indici – ha commentato il Segretario Generale di ADBPo-MiTE, Meuccio… ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/arrivano-pioggia-neve-ma-la-magra-invernale-po-piu-grave-ultimi-30-anni-non-basta/a3c6b604-8e4f-11ec-a91e-e98defcaa657

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