Dubito che qualcuno sappia con documentabile certezza quello che succederà tra una decina d’anni in un mondo dove i ritmi di crescita della popolazione globale sono impressionanti: superati da poco 8 miliardi di abitanti. Ma con disuguaglianze mostruose: pochi ricchi sfondati, miliardi di poveri, di affamati, di vittime di guerre e violenze.
E un ceto medio che rischia di scomparire. I grandi settimanali anglo-americani, che seguo da una vita, indugiano sull’ottimismo. Pur abituati a presentare e rappresentare con largo anticipo i problemi e i guai dell’intero pianeta, oggi- come fa l’”Economist”- puntano su “Sogni di pace”. Il settimanale britannico di assoluto prestigio prevede un’Ucraina, Paese mediterraneo democratico, tra poco in procinto di entrare nell’Unione europea. E pronto a tutto pur di difendere le proprie libere scelte. Non lontana la prospettiva proposta dal magazine americano “New Yorker”.
Splendide immagini. Ahimè già offuscate dai missili lanciati dalla Corea del Nord, che creano gravissimi problemi soprattutto nelle acque territoriali del Giappone. Ha fatto bene il presidente francese Macron a ricordare ai Paesi orientali che la pace è anche “affar vostro”, rivolgendosi soprattutto all’India, che potrà presto affiancare la Cina sul numero incredibile della sua popolazione.
L’Ucraina spera di vincere la guerra contro “il nemico esterno” e pericolosissimo, come è la Russia di Putin. L’Iran , invece, è attraversato da un grave “rischio interno”. La rivolta dei giovani e soprattutto delle Donne, che scendono in piazza senza velo e con i capelli al vento, ci aiuta a immaginare un prossimo futuro in cui il regime degli ayatollah sarà costretto ad accettare il definitivo tramonto di una teocrazia senza bussola.
Troppo ottimismo? Calma. Sarebbe sciocco non valutare la crescita spaventosa della violenza urbana in tutto il pianeta, che la televisione ci mostra ogni giorno. I giornali, a cominciare dal nostro amato Corriere della Sera, hanno raccontato la scoperta di un documento autentico e terribile, con la caccia agli ebrei, ricercati casa per casa dai fascisti di Benito Mussolini, servi sciocchi dei nazisti del criminale Adolf Hitler. Tra i documenti, che sono esposti nella biblioteca del binario 21 della Stazione Centrale di Milano, da dove partivano i treni per i campi di sterminio, c’è quello che riguarda Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, e la sua famiglia.
Tutti bollati come “israelitici” dagli aguzzìni. Vengono rabbia e vergogna pensare che nel pieno centro della civile Milano tutti sapevano o vedevano, ma facevano finta di non vedere, i camion che traportavano le vittime destinate al gas. Ho la fortuna e il privilegio di amare come la più cara amica proprio Liliana. Abbiamo lavorato insieme per sollevare il velo di vigliaccherie sulla tragedia del binario 21, spina avvelenata nel cuore di Milano.
Ai tanti giovani che vogliono sapere consigliamo una visita in quell’angolo della Stazione. Si impara. Si impreca. Si soffre. Ma si comprende quanto sia stata feroce la propaganda e soprattutto il comportamento dei vergognosi e servili fascisti, che purtroppo sono sempre tra noi
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