Le testimonianze da Campi Bisenzio, Firenze, dove l’alluvione del 2-3 novembre ha colpito oltre la metà della popolazione: dopo quasi tre mesi ancora 250 sfollati. Danni in tutta la Toscana per tre miliardi: il governo ha stanziato 30 milioni, la regione 50.
Sembra un cantiere la camera da letto di Angelamaria Scalzo. Sulle pareti niente vernice né piastrelle, soltanto cemento grigio. E poi le barre di acciaio che passano da muro a muro, le travi di legno e i tubi sul soffitto. I vestiti, quei pochi rimasti, sono accatastati alla rinfusa uno sopra l’altro. Angelamaria è una delle vittime dell’alluvione che ha colpito la Toscana nella notte tra il 2 e il 3 novembre, e in particolare il Comune di Campi Bisenzio. «La nostra casa è semi distrutta, totalmente inagibile». Per questo si è rifugiata qui, nella casa dei figli Simone ed Emanuele, una casa che però è in ristrutturazione ed era pensata per due. Adesso invece ci vive Angelamaria col marito e con la madre 92enne, disabile al cento per cento. Vivono tutti e tre stipati in una camera al primo piano, senza pareti vere e proprie. Per arrivarci ci sono le scale e per la signora 92enne sono un problema: «Ogni volta che scende o sale le scale ha bisogno dell’aiuto di qualcuno, spesso bisogna essere in due – racconta la figlia Angelamaria – Finisce che resta per gran parte della giornata in camera, a letto, e sta andando in depressione».
Ecco le conseguenze dell’alluvione, quelle più difficili da vedere ma che riguardano, soltanto a Campi Bisenzio, circa 250 persone, tutte sfollate, che hanno scelto di andare a vivere da parenti o amici, in assenza di altre soluzioni offerte dalle istituzioni. «Nessuno ci ha proposto un alloggio alternativo» dice Angelamaria. Come lei c’è Elisa Ceccarelli, costretta a trasferirsi nella casa dei genitori. «Dormo nella cameretta di quando ero piccola insieme ai miei due figli. Io dormo nel letto della mia infanzia, i miei bambini in due brandine che ci hanno prestato i vicini. Mio marito si è trasferito da un’altra persona perché qui non c’è spazio, quindi i nostri figli passano ogni notte e ogni mattina lontano dal loro padre». Disagi anche per Roberto e Anna Maoggi, ottantenni con la casa inagibile, che si sono trasferiti dalla famiglia della figlia. «La nostra casa è disastrata – dicono – Adesso viviamo in sei dentro una casa non grande, dormiamo in quello che era il salotto di nostra figlia, il salotto si trova al primo piano e ogni giorno dobbiamo scendere e salire le scale, fatichiamo molto». Famiglie sfollate che hanno sconvolto le proprie abitudini e non sanno quando potranno tornare nella casa alluvionata. Il problema non è soltanto quello della casa inagibile, ma anche dei beni distrutti che sono venuti a mancare: «Abbiamo perso il pavimento, i muri, gli elettrodomestici e non abbiamo soldi per ricomprarli»… ( JACOPO STORNI / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/alluvione-campi-bisenzio-testimonianze-sfollati-tre-mesi-l-alluvione-ecco-come-siamo-costretti-vivere/3aa70412-bb66-11ee-996d-60eabc1bbbc8
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