E’ entrata in vigore a partire da questo anno accademico la possibilità, da parte degli studenti transgender, di ottenere un doppio libretto universitario, e nei giorni in cui dall’ateneo genovese arrivano le prime comunicazioni su come richiedere il benefit arrivano anche le prime proteste. “Si tratta di un’iniziativa surreale, ai confini della realtà”, hanno fatto sapere Matteo Rosso e Stefano Balleari, rispettivamente consigliere regionale e presidente della commissione Sanità in Regione Liguria e vicepresidente del consiglio comunale e candidato sindaco di Genova per Fratelli d’Italia, aggiungendo che «quando alcuni studenti ci hanno girato la mail abbiamo subito pensato a uno scherzo. Poi vista la preoccupazione dei ragazzi, abbiamo capito che non era una bufala, ma l’amara realtà. Siamo davvero allibiti che l’Università di Genova possa promuovere iniziative tanto becere: un doppio libretto che servirebbe ai cosiddetti transgender per avere una sorta di doppia identità accademica, in linea, a detta dei promotori, con ‘l’identità di genere a cui sentono di appartenere’”. L’iniziativa era stata avanzata nel maggio del 2015 dal Comitato Pari Opportunità dell’università genovese, finalizzata a “promuovere una cultura veramente rispettosa delle differenze a partire dal superamento di ogni possibile discriminazione legata all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alla transfobia”, e si concretizza nella possibilità di avere sul libretto universitario il nome che corrisponde all’identità di genere cui gli studenti si sentono di appartenere. Una possibilità cui il Consiglio d’Amministrazione dell’ateneo aveva dato approvazione, e che si è concretizzato a partire da questo anno accademico. Da qui l’invio di mail informative agli studenti da parte del Comitato.
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