Lega Serie A è in ritiro con le squadre che si stanno preparando per l’inizio della
stagione. Oggi facciamo tappa a Genova per fare due chiacchiere con Abdelhamid Sabiri, già a segno contro la Reggina in Coppa Italia Frecciarossa: il 25enne sta diventando un giocatore dai gol pesanti…
Abdelhamid Sabiri è arrivato a Genova lo scorso anno nel mercato di gennaio e dopo un rapidissimo periodo di ambientamento ha cominciato a prendere per mano la Sampdoria. Con il gol decisivo nel derby ha conquistato ufficialmente i tifosi che in questa stagione da lui si aspettano grandi cose.
Sabi, quali sono le tue sensazioni su questa nuova stagione in maglia blucerchiata e come si sta preparando la squadra?
Non vedo l’ora che inizi il campionato! Mi trovo molto bene qui e sono contento perché stiamo lavorando al meglio per prepararci alla nuova stagione. Il ritiro di Ponte di Legno è stato un momento importante, il mister ci ha fatto lavorare parecchio, anche se correre così tanto non ci fa impazzire di gioia! Però serviva, abbiamo fatto un ottimo lavoro: Siamo pronti!
E tu come ti senti ad indossare nuovamente la maglia della Sampdoria?
Credo di aver fatto bene fino ad ora e voglio continuare su questa strada. Voglio migliorare ogni giorno ma credo di essere già in ottima forma per poter dare il massimo.
Siete partiti bene in Coppa Italia Frecciarossa…
E’ un torneo importante per noi e per la città. Non è stato semplice giocare contro la Reggina: Pippo Inzaghi è un allenatore che sa trasformare le sue squadre. Avevo già segnato contro di loro con la maglia dell’Ascoli e sono felice di avere aiutato la squadra a passare il turno. E tra l’altro la prossima per me sarà speciale, giocheremo proprio contro l’Ascoli. Proveremo ad andare il più avanti possibile.
C’è qualcuno in particolare che ti ha aiutato ad ambientarti nello spogliatoio e ad abbracciare lo spirito della Samp?
Omar Colley è il mio fratellone: fin da subito mi ha preso sotto la sua ala ed è sempre stato pronto a darmi una mano. Quando sono arrivato lui è stato molto importante per me e lo è tutt’ora, ma ovviamente imparo moltissimo anche da giocatori come Quagliarella, Candreva, Caputo e Gabbiadini. Tutti loro mi hanno sempre supportato e io ho sempre fatto tesoro di tutti i loro consigli.
L’anno scorso hai totalizzato 3 gol e 2 assists in 14 presenze, ti abbiamo visto giocare sulla trequarti ma anche nelle zone più laterali, dove ti trovi più a tuo agio in campo?
Onestamente sto ancora cercando di capire quale sia la posizione migliore per me. Dipende sempre molto dalle situazioni, l’anno scorso penso di aver fatto bene da esterno, da mezzala e da trequartista, ho perfino giocato come attaccante. Ora come ora, il mister mi vede come una mezzala e l’idea mi piace molto, penso che giocherò molto in questa posizione nel corso della mia carriera.
Parliamo di due gol in particolare: il primo in blucerchiato contro la Juve e quello
importantissimo nel derby col Genoa…
Contro la Juve ricordo che ero molto emozionato. Ero arrivato da poco più di un mese ed ero partito in panchina perché non ero ancora pronto a iniziare da titolare. Quando il mister mi ha mandato a scaldare ho provato una forte emozione all’idea di giocare contro la Juventus. Ho dato il massimo per aiutare la squadra ma sfortunatamente non è bastato. Quando segni o fai un assist ma la squadra non fa risultato ti lascia sempre l’amaro in bocca, ma personalmente è stata una giornata indimenticabile. Segnare è sempre bello ma non capita tutti i giorni di fare gol alla Juve. Detto questo tutte le squadre in Serie A TIM sono forti, quindi ogni gol ti dà molta soddisfazione, l’importante è segnare.
Forse però la musica cambia quando si parla di un gol nel derby, che sensazioni hai provato in quel momento?
Quella è stata probabilmente la miglior partita della mia carriera. Quel giorno avevo buone sensazioni prima della partita, sapevo che avremmo dato tutto sul campo perché arrivavamo da un periodo difficile. Ci ho messo un po’ prima di realizzare di aver appena segnato nel derby perché l’atmosfera era elettrica: sembrava che i tifosi fossero a pochi centimetri dalle mie orecchie, un momento indimenticabile.
Pensi di aver conquistato un posto nel cuore dei tifosi blucerchiati con quel gol?
Sì credo che quella rete sia rimasta nella mente dei tifosi, ma io voglio essere ricordato per il lavoro che ho fatto in tutti i 6 mesi in cui ho giocato e per quello che farò, non solamente per quel gol. Quella rete avrebbe potuto segnarla chiunque, io voglio che i tifosi si ricordino i miei movimenti in campo, i miei tocchi e il duro lavoro che faccio in ogni allenamento e in ogni partita.
A proposito di allenamenti, com’è lavorare con Giampaolo?
Giampaolo mi piace molto come allenatore, mi piacciono molto i suoi allenamenti e la sua idea di calcio. Il mio stile di gioco tecnico si sposa alla perfezione con la sua filosofia, che è molto improntata sul possesso palla. Diciamo che il centrocampo nel suo gioco è molto importante e il mister si aspetta molto da me in questo ruolo. Chiede tantissimo a tutti i centrocampisti della squadra e noi facciamo di tutto per accontentarlo, grazie a lui impariamo molto ogni giorno.
Lo scorso anno avete dovuto lottare contro la retrocessione, quest’anno sono cambiati gli obiettivi di squadra?
L’anno scorso è stato difficile, specialmente verso la fine, ma per la qualità che abbiamo e per la storia del club, abbiamo il dovere di puntare più in alto ed evitare di rimanere coinvolti nella lotta salvezza. Noi daremo il massimo, giocheremo il nostro miglior calcio e vedremo come andrà…
(Foto LaPresse)