Roma, 23 set. (askanews) – L’Ematologia di precisione ha cambiato radicalmente la durata e la qualità della vita di molti pazienti, per questo AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma in questo settembre, mese tradizionalmente dedicato alla sensibilizzazione sui tumori ematologici, accende la luce sul trattamento di alcune patologie di cui la Ricerca Scientifica ha rivoluzionato prognosi e cura.
Attraverso test diagnostici, analisi molecolari o cellulari, bioinformatica e altri strumenti altamente tecnologici (compresa l intelligenza artificiale) si punta alla personalizzazione della cura, alla realizzazione di percorsi terapeutici adatti alle caratteristiche biologiche di ogni individuo.
L’utilizzo dell approccio di precisione in ematologia ha condotto negli ultimi anni allo sviluppo di trattamenti innovativi. E’ così per la leucemia linfoblastica acuta, come sottolinea Alessandro Rambaldi, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dell’Università degli studi di Milano: "In questi anni – spiega – la prima cosa che ha modificato lo scenario di diagnosi e cura della leucemia acuta linfoblastica è stata la definizione della eterogeneità biologica di questa malattia: sotto lo stesso nome noi raggruppiamo malattie biologicamente diverse e in questi anni Noi abbiamo capito in grande dettaglio la diversità di questa patologia. E questa diversità è quella che ci ha permesso di comprendere la diversità della prognosi, la diversità dell’aggressività di ognuna di queste forme di malattia e soprattutto le possibilità di cura che sono nate dalla comprensione di queste diverse basi biologiche".
"Proprio la medicina di precisione basata sulla migliore definizione diagnostica, sull’impiego delle tecnologie per valutare la malattia residuo minima, e soprattutto sull’impiego dei nuovi farmaci hanno visto un balzo in avanti formidabile nella probabilità di cura di questi pazienti adulti: possiamo dire che negli ultimi 20 anni la probabilità di ottenere una remissione duratura e la guarigione anche nei pazienti adulti è raddoppiata", ma sottolinea, "siamo soltanto all’inizio di questo progresso formidabile nella terapia di questa malattia e siamo soltanto all’inizio dell’impiego di questi farmaci rivoluzionari che stanno cambiando così radicalmente lo scenario terapeutico di questa malattia".
Risultati incoraggianti anche per la leucemia promielocitica acuta per la cura della quale sono stati messi a punto agenti biologici capaci di sostituire la chemioterapia.
Maria Teresa Voso, onco-ematologa del Policlinico Universitario Tor Vergata a Roma:
"Grazie al regime che viene definito chemo-free, che quindi non coinvolge la classica chemioterapia ma soltanto questi due agenti biologici, è stato possibile ottenere delle sopravvivenze molto prolungate. I risultati del trattamento della leucemia promielocitica chemo-free quindi con un approccio moderno, di tipo biologico, a bersaglio di precisione, sono stati l ottenimento della remissione completa in quasi il 100% dei pazienti e sopravvivenze prolungate con mediane del 90% e oltre a 6 anni di follow up".
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