Roma, 16 ott. (askanews) – L’Isis ha rivendicato l’attacco kamikaze nella moschea di Bibi Fatima a Kandahar, la più grande per gli sciiti nella città nel Sud dell’Afghanistan: almeno 32 i morti e 45 i feriti. I combattenti dello Stato islamico hanno fatto irruzione e si sono fatti esplodere tra due gruppi di fedeli, uno dei quali di circa 300 persone.
"Lavoro nella moschea – ha spiegato Sayed Rohullah, addetto alla sicurezza – era l’ora della preghiera del venerdì e ci stavamo preparando. Abbiamo sentito sparare, due uomini sono entrati nella moschea. Hanno aperto il fuoco sulle guardie, che hanno risposto al fuoco. Uno degli attentatori si è fatto esplodere nella moschea. E poi altri due terroristi hanno fatto la stessa cosa". "C’erano morti e feriti sul pavimento della moschea. Sono stati portati in ospedale. Chiediamo a tutti di pregare per i nostri morti e feriti".
È la seconda settimana consecutiva in cui i militanti hanno preso di mira la preghiera del venerdì. La scorsa settimana un attentatore si era fatto esplodere in una moschea di Kunduz, nel Nord del Paese, causando decine di morti e oltre 100 feriti. Anche quell’attacco era stato rivendicato dall’Isis-K.
Intanto gli Stati Uniti hanno proposto di risarcire finanziariamente i parenti dei civili afgani uccisi "per errore" nell’attacco con droni a Kabul alla fine dello scorso agosto.