Milano, 11 ago. (askanews) – Fanno il giro del mondo queste immagini satellitari della base russa di Saki nella penisola di Crimea: mostrano gli aerei russi distrutti, caccia e bombardieri, in seguito a un’esplosione.
Circolano molte ipotesi sul tipo di armi che l’Ucraina potrebbe aver usato per raggiungere questa base ben 200 chilometri a sud della linea del fronte.
L’aereonautica ucraina ha parlato di 9 aerei distrutti. Ufficialmente però il ministro della Difesa ucraino ha smentito il coinvolgimento di Kiev: "La risposta è molto chiara, credo che i soldati russi abbiamo dimenticato una regola semplice, non si fuma nei posti pericolosi" ha detto Oleksii Reznikov.
Secondo gli analisti occidentali è improbabile però che la devastazione sia frutto di un incidente. Kiev potrebbe non ammettere l’arrivo di sofisticate armi fornite dagli alleati perché usarle in Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, sarebbe considerato dalla Mosca un atto di guerra dell’Occidente.
Intanto dopo l’esplosione si assiste a una fuga dei russi dalla Crimea e fa il giro dei social il video di una cittadina russa che piange all’idea di lasciare la bella penisola.
Per il presidente russo Volodymyr Zelensky, rinunciare alla Crimea è impossibile: lo ha ribadito non a caso varie volte in questi giorni e nel suo ultimo video ha tuonato: "Verrà il momento in cui fuggiranno dalla regione di Kharkiv, dal Donbas, dalla Crimea e chi può aiutare deve farlo. Se quasi 43mila soldati russi morti non convincono il comando russo a trovare un modo di fermare la guerra, allora dobbiamo combattere ancora. Solo ieri gli occupanti hanno perso dieci aerei, nove in Crimea e uno nella regione di Zaporizhzhia".
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