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È morto Silvio Berlusconi. Se n’è andato stamani alle 9.30 all’ospedale San Raffaele di Milano, dove a stretto giro sono arrivati il fratello, Paolo Berlusconi, e poco dopo a bordo di auto diverse i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio. I valori del leader di Forza Italia, ricoverato da venerdì scorso per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo, non accennavano a migliorare. Poi la situazione è precipitata.
Si fa fatica adesso ad immaginare un’Italia senza Silvio Berlusconi. È stato l’Arcitaliano per eccellenza. Se n’è andato a 86 anni dopo un’esistenza da mattatore assoluto. Nell’ultimo cinquantennio non c’è stato un giorno in cui il suo nome non sia stato evocato, in tv, sui giornali, in Parlamento, nei bar, allo stadio; "il Berlusca" ha spaccato l’opinione pubblica come una mela. Impresario edile, tycoon televisivo, presidente del Milan e poi del Monza, fondatore di un partito chiamato Forza Italia, tre volte premier, imputato in processi clamorosi. Tutto in lui è stato eccessivo, figlio di una dismisura. A un certo punto la sua popolarità è stata tale da essere identificato, nel mondo, con l’italiano tout court.