ROMA (ITALPRESS) – “In quanto multiutility, crediamo di essere tra gli attori fondamentali per guidare la transizione energetica. Diverse sono le iniziative, sia di progettualità pura, sia di cambio di mindset e di educazione all’interno dell’azienda, facendo leva sui temi dell’innovazione e di un nuovo spirito imprenditoriale”. Lo ha detto Ivan Vigolo, Group Chief Innovation di ACEA, in un’intervista all’Italpress.
“Crediamo che la transizione – ha evidenziato – sia un momento fondamentale e che vada realizzata non soltanto parlando ma facendo. Abbiamo creato gruppi di lavoro multi-tematici, su carbonizzazione, mobilità sostenibile, biodiversità, transizione, economia circolare, gestione delle infrastrutture e reti critiche, aperti al mondo degli enti e delle università ma anche e soprattutto al mondo tecnologico. Vorremmo uscire da questi tavoli con progettualità reali”, ha aggiunto.
Il gruppo ha recentemente inaugurato la propria “Innovation Antenna” all’interno del “Mind the Bridge Innovation Center” di San Francisco. “Questo rappresenta l’ultima tappa di un percorso che Acea – ha spiegato Vigolo – ha iniziato circa quattro anni fa entrando in modo attivo ed energico nel mondo dell’innovazione e dell’open innovation. Abbiamo deciso di compiere questo passo – ha proseguito – per essere fisicamente presenti nella Silicon Valley, culla dell’innovazione, dell’efficacia e del nuovo pensiero innovativo, per essere attori rilevanti e partecipanti al mondo dell’hub dell’innovazione. Manderemo lì persone che, vivendo spalla a spalla con startup e realtà innovative, si faranno contaminare e porteranno questo mindset all’interno dell’azienda”.
“Un termine – ha poi aggiunto – ci è molto caro: la pragmatic innovation. Abbiamo cambiato il modo di vedere l’innovazione perchè in passato Acea e la gran parte delle aziende italiane cercavano all’interno delle startup del mondo dell’innovazione idee per poi finanziarle in virtù di venture capital. Noi – ha continuato – abbiamo cambiato l’approccio: cerchiamo aziende che possano far migliorare i nostri servizi. Siamo interessati a tutto ciò che migliora la customer experience e la gestione delle reti di infrastrutture e tutto ciò che riesce a garantire la smartizzazione dei servizi”.
Il gruppo ha previsto importanti investimenti nell’innovazione. “L’attuale piano – ha spiegato – prevede oltre 600 milioni di euro nell’arco di 4 anni e adesso stiamo ridefinendo il piano da un punto di vista molto più ampio e sicuramente non faremo altro che incrementare. In due anni e mezzo, con il team di innovazione, abbiamo analizzato e visionato oltre 13 mila startup nel mondo”.
Vigolo si è soffermato anche su “un nuovo modello di procurement”. “Col modello classico di gestione di acquisti e contrattualizzazioni – ha spiegato – far lavorare una startup è veramente difficile. Abbiamo creato questo nuovo processo che si basa su albi di settore specializzati per startup e Pmi innovative dove il processo di procurement, pur rispettando tutti i canoni e le esigenze di un contratto di appalti o di gestione pubblica, riesce a garantire l’utilizzo di queste startup, portare lavoro e dare sostentamento economico con contratti veri”.
“Crediamo che la transizione – ha evidenziato – sia un momento fondamentale e che vada realizzata non soltanto parlando ma facendo. Abbiamo creato gruppi di lavoro multi-tematici, su carbonizzazione, mobilità sostenibile, biodiversità, transizione, economia circolare, gestione delle infrastrutture e reti critiche, aperti al mondo degli enti e delle università ma anche e soprattutto al mondo tecnologico. Vorremmo uscire da questi tavoli con progettualità reali”, ha aggiunto.
Il gruppo ha recentemente inaugurato la propria “Innovation Antenna” all’interno del “Mind the Bridge Innovation Center” di San Francisco. “Questo rappresenta l’ultima tappa di un percorso che Acea – ha spiegato Vigolo – ha iniziato circa quattro anni fa entrando in modo attivo ed energico nel mondo dell’innovazione e dell’open innovation. Abbiamo deciso di compiere questo passo – ha proseguito – per essere fisicamente presenti nella Silicon Valley, culla dell’innovazione, dell’efficacia e del nuovo pensiero innovativo, per essere attori rilevanti e partecipanti al mondo dell’hub dell’innovazione. Manderemo lì persone che, vivendo spalla a spalla con startup e realtà innovative, si faranno contaminare e porteranno questo mindset all’interno dell’azienda”.
“Un termine – ha poi aggiunto – ci è molto caro: la pragmatic innovation. Abbiamo cambiato il modo di vedere l’innovazione perchè in passato Acea e la gran parte delle aziende italiane cercavano all’interno delle startup del mondo dell’innovazione idee per poi finanziarle in virtù di venture capital. Noi – ha continuato – abbiamo cambiato l’approccio: cerchiamo aziende che possano far migliorare i nostri servizi. Siamo interessati a tutto ciò che migliora la customer experience e la gestione delle reti di infrastrutture e tutto ciò che riesce a garantire la smartizzazione dei servizi”.
Il gruppo ha previsto importanti investimenti nell’innovazione. “L’attuale piano – ha spiegato – prevede oltre 600 milioni di euro nell’arco di 4 anni e adesso stiamo ridefinendo il piano da un punto di vista molto più ampio e sicuramente non faremo altro che incrementare. In due anni e mezzo, con il team di innovazione, abbiamo analizzato e visionato oltre 13 mila startup nel mondo”.
Vigolo si è soffermato anche su “un nuovo modello di procurement”. “Col modello classico di gestione di acquisti e contrattualizzazioni – ha spiegato – far lavorare una startup è veramente difficile. Abbiamo creato questo nuovo processo che si basa su albi di settore specializzati per startup e Pmi innovative dove il processo di procurement, pur rispettando tutti i canoni e le esigenze di un contratto di appalti o di gestione pubblica, riesce a garantire l’utilizzo di queste startup, portare lavoro e dare sostentamento economico con contratti veri”.
– foto Italpress –
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