ROMA (ITALPRESS) – A settembre 2023 il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.844,2 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
Il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (25,1 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (21,3 miliardi, a 31,9). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio è stato sostanzialmente nullo.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile.
La vita media residua del debito – immutata rispetto al mese precedente – è rimasta stabile a 7,7 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 25 per cento (dal 25,1 per cento del mese precedente), mentre ad agosto (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 26,9 e al 12,4 per cento.
A settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 35,4 miliardi, in aumento del 5,7 per cento (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi nove mesi del 2023 le entrate tributarie sono state pari a 387,9 miliardi, in aumento del 6,6 per cento (23,9 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (25,1 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (21,3 miliardi, a 31,9). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio è stato sostanzialmente nullo.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile.
La vita media residua del debito – immutata rispetto al mese precedente – è rimasta stabile a 7,7 anni.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 25 per cento (dal 25,1 per cento del mese precedente), mentre ad agosto (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 26,9 e al 12,4 per cento.
A settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 35,4 miliardi, in aumento del 5,7 per cento (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi nove mesi del 2023 le entrate tributarie sono state pari a 387,9 miliardi, in aumento del 6,6 per cento (23,9 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).