A chi vanno i soldi dell’SMS per il terremoto

Il 24 agosto il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato il numero di telefono 45500 per raccogliere donazioni destinate alle regioni colpite dal terremoto del Centro Italia.

Per fare una donazione di 2 euro basta mandare un SMS vuoto al 45500 (con i cellulari che non mandano SMS vuoti, come l’iPhone, basta fare uno spazio), oppure chiamare da rete fissa lo stesso numero: si sente una voce registrata che spiega che le donazioni saranno devolute alle popolazioni delle regioni colpite e che per procedere con la donazione bisogna premere il tasto 1.
Questa modalità di donazione molto veloce è possibile grazie alla collaborazione degli operatori telefonici – Tim, Vodafone, Tre, Fastweb, CoopVoce, Wind e Infostrada, TWT, CloudItalia e PosteMobile – che una volta raccolti i fondi li trasferiranno gratuitamente su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato in favore della Protezione Civile, che poi li trasferirà alle regioni (in questo caso Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) dopo aver ricevuto l’autorizzazione del Comitato dei Garanti.
Lo stesso numero è già stato usato in diverse occasioni; nel 2013 per esempio la Croce Rossa Italiana lo aveva usato per raccogliere fondi per la Sardegna, dopo la forte alluvione che colpì la regione. Anche dopo il terremoto in Emilia del maggio 2012 il numero fu attivato: secondo i dati della regione Emilia-Romagna, grazie agli “SMS solidali” si raccolsero 14.371.437 euro.

 

Altre iniziative che in quel caso permisero ai cittadini di aiutare le persone colpite dal sisma furono il concerto per l’Emilia del 25 giugno 2012 allo stadio Dall’Ara di Bologna e il concerto organizzato dall’associazione “Italia Loves Emilia” del 22 settembre 2012 a Campovolo, in provincia di Reggio Emilia. Con i fondi raccolti con gli SMS, il cui uso è stato approvato dal Comitato dei Garanti, la regione Emilia-Romagna ha finanziato 32 progetti di ricostruzione di edifici religiosi e beni culturali, municipi ed edifici pubblici, strutture scolastiche e socio-assistenziali.

Anche dopo il terremoto che colpì l’Abruzzo nel 2009 si poterono fare delle donazioni; in quel caso ci furono alcune critiche sulla gestione dei fondi, circa 68,3 milioni di euro. I fondi furono usati per finanziare un progetto di microcredito, “Microcredito per l’Abruzzo”, a cui aderirono la Caritas, diverse associazioni di categoria, gli enti locali, la Federazione del Credito Cooperativo di Abruzzo e Molise e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI).

 

La gestione dell’iniziativa – pensata per concedere prestiti facilmente accessibili, a tassi vantaggiosi, e facilitare così i lavori di ricostruzione – fu affidata al Consorzio Etimos e alla Etimos Foundation, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus). Se ne parlò perché l’avvio dell’iniziativa comportò un costo di circa 470mila euro, una spesa notevole, e perché ci volle molto tempo per far partire effettivamente il progetto, circa un anno e sette mesi. Una volta avviato, comunque, sembra che il progetto abbia dato buoni risultati. In ogni caso saranno poi le regioni a decidere come utilizzare i soldi raccolti attraverso le donazioni nel caso del più recente terremoto.

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