Roma, 13 ott. (askanews) – Lo splendido sito archeologico di Bamiyan in Afghanistan; qui restano le tracce delle statue gigantesche di Buddha che i talebani distrussero nel 2001, con le voragini rimaste nella roccia.
Ma ora gli stessi talebani, tornati al potere nel paese dopo il ritiro della missione internazionale, assicurano di lavorare per la protezione della cultura e di questo sito dove i Buddha giganti vegliarono per millecinquecento anni, sopravvivendo alle invasioni dei mongoli e dei persiani. I talebani lavorarono tre settimane alla distruzione delle statue, fra di loro c’era anche l’attuale primo ministro Mohammed Hassan Akhund.
Tutto nel passato assicura Saifurrahman Mohammadi, nominato all’ufficio culturale per Bamiyan, che invita l’Unesco a collaborare per la salvaguardia del sito che appartiene, dice, a tutto l’Afghanistan.
2:52-3:10
"E’ vero in passato l’Emirato islamico ha distrutto i Buddha, avevano le loro ragioni, non posso criticarle, non ho niente da dire al riguardo".
Credergli o meno? Meglio sorvegliare la situazione, secondo l’archeologo francese Bastien Varoutsikos.
5:38-6:06
"I talebani sanno benissimo che fra le giustificazioni dell’invasione dell’Afghanistan del 2001 c’era anche la distruzione delle statue dei Buddha. Lo sanno benissimo e dubito che ripetano gli stessi errori, perché hanno tutto l’interesse a guadagnarsi la buona opinione della comunità internazionale e l’hanno capito benissimo".
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