8 marzo, l’impegno delle donne STEM in un video dell’Esa

di solobuonumore

8 marzo, l’impegno delle donne STEM in un video dell’Esa

Milano, 8 mar. (askanews) –

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Nella giornata dell’8 marzo 2021, festa della donna, l’Esa (Agenzia spaziale europea) rende omaggio alle donne STEM (con interessi e competenze nel campo delle Scienze, della Tecnologia, dell’Ingegneria e della Matematica), con 5 storie da cui trarre ispirazione di altrettante donne che ricoprono ruoli chiave all’interno dell’agenzia. Tra queste, l’italiana Ilaria Roma, 41 anni, responsabile della progettazione di missioni spaziali per l’Esa.

Ilaria è una donna che piace subito. Il suo viso ha lineamenti sottili e mentre parla è radiosa, ride e gesticola in continuazione. L’idea che un giorno sarebbe stata incaricata di progettare importanti missioni presso l’Agenzia Spaziale Europea era tutt’altro che certa in quei momenti in cui osservava il cielo da bambina. La fattoria italiana di sua nonna, dove coltivava pomodori e si occupava di polli e mucche, era chiaramente una prospettiva più accessibile, in quel momento. "Provengo da un contesto molto semplice: mi sono sempre un po’ distinta dal resto della mia famiglia. Sono stata anche la prima a voler andare all’università", dice sorridendo Ilaria. "La matematica, la fisica e la tecnologia – le trovavo semplicemente affascinanti."

Quando disse ai propri genitori di voler studiare ingegneria aerospaziale in un’altra città, entrambi erano orgogliosi e al contempo scioccati: la loro figlia, così lontana? Ma molti dei suoi compagni di classe e dei suoi insegnanti la incoraggiarono a provarci. Altri le dissero: chi dovrebbe studiare questa materia se non tu? "Pensai: non ho niente da perdere. Ci provo e, se non funziona, torno indietro e apro un ristorante", dice Ilaria Roma con un sorriso, tacendo con discrezione sulla sua forza di volontà e risolutezza.

La Direttrice delle missioni spaziali.

Oggi Ilaria è a capo della sezione denominata "Systems and Concurrent Engineering Section" di ESA, la quale comprende il "Concurrent Design Facility" (Dipartimento di Progettazione Concorrente). È proprio qui che nascono nuove missioni spaziali. Ilaria Roma e il suo team si occupano di sviluppare e valutare queste missioni, verificandone anche la fattibilità. Allo stesso tempo, sviluppano i requisiti industriali e tecnici per far sì che ogni missione sia un successo. Per esempio, il team di Ilaria progetta missioni di esplorazione umana e robotica verso Marte, analisi sulla navigazione, così come la realizzazione di nuovi satelliti per le telecomunicazioni o l’osservazione della Terra. Ogni dettaglio è importante: Nel caso di una missione che si concentra sul fotografare un pianeta, per esempio, alcune delle domande che sorgono sono: da dove prenderà l’energia la macchina fotografica? Come saranno fornite e sistemate le batterie o il carburante? Qual è il lanciatore giusto? Quali sono i requisiti termici? Come deve essere la traiettoria e quali porzioni di essa sono critiche? La pianificazione di ogni missione non è solo un lavoro di precisione: gli esperti passano infatti rapidamente da un problema all’altro – semplicemente perché devono farlo. "Ogni giorno è diverso ed è una vera sfida. Dobbiamo lottare costantemente" e, dicendo questo, Ilaria Roma stringe i pugni "per trovare una soluzione".

In questo quadro, lei stessa è come la direttrice di un’orchestra tecnica, finanziaria e scientifica, composta da ingegneri, strateghi e analisti. Questo non è soltanto un ruolo impegnativo dal punto di vista tecnico e della comunicazione, ma è anche altamente politico. "Insieme ad altre unità, la mia squadra ed io lavoriamo ad una strategia europea per lo spazio. Questo implica che dobbiamo decidere attentamente per quali parti di un progetto, che sia una missione o lo sviluppo di un veicolo spaziale, viene utilizzato un budget individuale oppure uno combinato degli stati membri di ESA".

La pianificazione di una missione richiede spesso diversi anni, talvolta decenni. "Non esiste qualcosa come una missione semplice" spiega Ilaria.

Ilaria ricorda in particolare il difficile sviluppo di una sonda per uno studio chiamato "Planetary Entry Probes". Questa sonda era in grado di penetrare le atmosfere di tre diversi pianeti dalle caratteristiche più svariate e di realizzare le missioni rover su Marte. "Lo spazio è lontano, ma il nostro lavoro è sempre svolto a supporto dell’umanità. Quando pensiamo a una nuova missione o a una nuova tecnologia, la nostra attenzione è sempre rivolta al pensiero di come poter acquisire maggiori conoscenze per rendere migliore la vita sulla Terra." In questo modo, l’enfasi non viene posta esclusivamente su processi fisici e chimici, o su come il mondo si è originato, ma piuttosto su come si possa vivere in modo più sostenibile. "Immaginate l’anno passato con la pandemia senza tutta la tecnologia e la conoscenza che abbiamo attualmente. Non saremmo stati in grado di lavorare o fare acquisti da casa usando Internet, per esempio. Ed è proprio qui che le tecnologie spaziali, tra le altre cose, ci

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