Secondo la rivista americana Time il 2020 è stato l’anno peggiore di sempre.
Colpa della pandemia di Coronavirus, con oltre 70 milioni di contagi e oltre un milione e mezzo di morti.
Nel mondo, però, è successo anche altro. E forse, distratti dai lockdown e dai Dpcm, non abbiamo prestato molta attenzione. Insomma, magari è il caso di fare un piccolo riepilogo di quel che ci siamo persi.
Nell’altro 2020, in Bielorussia, sono 130 giorni che centinaia di migliaia di persone scendono in strada ogni giorno per contestare il presidente-dittatore Alexander Lukashenko, chiedendo democrazia e nuove elezioni. Nel frattempo, nel silenzio dell’Occidente, le forze di sicurezza bielorusse hanno continuato a reprimere duramente i manifestanti, arrestando migliaia di persone e uccidendone tre.
Nell’altro 2020, in Russia, il presidente Vladimir Putin è riuscito a far approvare le modifiche costituzionali che gli permetteranno rimanere in carica fino al 2036. Cioè, a vita.
Nell’altro 2020, la Cina ha approvato senza alcuna discussione pubblica la nuova legge sulla sicurezza di Hong Kong. Da quel giorno sono stati arrestati migliaia di dissidenti, nella totale indifferenza del resto del mondo. Molti dei quali accusati solamente di possedere una bandiera a favore dell’indipendenza di Hong Kong
Nell’altro 2020, tra settembre e novembre, si è combattuta una guerra tra Armenia e Azerbaijan, che spalleggiato dalla Turchia di Erdogan ha invaso le terre del Nagorno Karabakh, contese da oltre 40 anni. 45 giorni di guerra, stando alle stime più attendibili, hanno prodotto più di 4mila morti e oltre 130mila profughi.
Nell’altro 2020, il presidente dell’Etiopia Abiy Ahmed, Premio Nobel per la pace del 2019, ha lanciato un’offensiva armata contro la regione dissidente del Tigray, nel nord del Paese. Sono circa 50mila le persone che hanno abbandonato le loro abitazioni per scappare dalla guerra. Secondo le Nazioni Unite, quasi la metà di quei rifugiati è un bambino.
Nell’altro 2020, 55 milioni di persone, in 7 Paesi, sono sull’orlo della carestia per l’effetto combinato di conflitti, disuguaglianze estreme e pandemia. In Yemen, Nigeria, Burkina Faso, Sud Sudan, Afghanistan e Repubblica Democratica del Congo.
Nell’altro 2020, in California, è andata in fiamme un’area forestale grande quasi quanto l’intera Umbria, sono state evacuate oltre 200mila persone evacuate e ci sono stati almeno almeno 24 morti. È stata la peggior ondata di incendi nella storia recente della West Coast americana, che batte il record negativo detenuto dagli incendi del 2019 e ancora prima da quelli del 2017. La Nasa, in quelle settimane, ha registrato livelli di monossido di carbonio nell’alta atmosfera almeno 10 volte superiori al normale.
Nell’altro 2020, in Amazzonia, ci sono stati quasi 30mila incendi nel solo mese di agosto, il secondo valore più alto degli ultimi anni. Secondo le principali associazioni ambientaliste, ormai il 40% del cuore verde del Sudamerica è diventato savana e non tornerà più a essere foresta.
Nell’altro 2020, ha fatto caldo, come mai prima d’ora. Nei 12 mesi da ottobre 2019 a settembre 2020, la temperatura della superficie terrestre è stata di 1,3 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali, portando il Pianeta pericolosamente vicino al tetto di 1,5 gradi, fissato dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Nell’altro 2020, il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre, nonostante tutti i lockdown.
E forse, nel 2021 diremo finalmente addio al Covid-19 e alla pandemia che ha generato, grazie ai vaccini e alle cure mediche.
Ma alle guerre, alle carestie, ai dittatori e al pianeta devastato dall’uomo non stiamo dicendo addio.
All’altro 2020 stiamo dicendo solo arrivederci.
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